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Marco Martinelli premiato in Francia

Marco Martinelli riceve a Parigi il Premio dell’Associazione nazionale dei critici francesi per la miglior pubblicazione sul Teatro 2021

Lunedì 11 ottobre l’Associazione nazionale dei critici francesi ha scelto come “Miglior libro dell’anno” Aristophane dans les banlieues di Marco Martinelli (éd. Actes Sud, traduzione e cura di Laurence Van Goethem). Il volume è la versione in francese di Aristofane a Scampia, già uscito con Ponte alle Grazie nel 2016. Il giorno dopo, 12 ottobre, Martinelli sarà ospite alle 18.30 alla Maison de l’Italie per l’incontro Aristophane et le théâtre de la non-école (voluto e organizzato da la Maison de l’Italie insieme all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi), in cui dialogherà con Marco Consolini (Université Sorbonne Nouvelle-Paris 3) e Paolo Grossi (direttore dei Cahiers de l’Hôtel de Galliffet). 

Marco Martinelli durante la premiazione

 

Nella mattinata di oggi, lunedì 11 ottobre, si è svolta al Théâtre National de la Danse di Chaillot a Parigi, uno dei quattro Teatri Nazionali della capitale, la cerimonia dei prestigiosi premi 2020\21 (Palmarès des Prix de la critique de théâtre et de danse) – edizione numero 58 – che segnala gli spettacoli e le personalità artistiche emersi nella stagione teatrale in Francia.

Ed è a Marco Martinelli – drammaturgo, regista e fondatore del Teatro delle Albe – che è stato assegnato il premio “Miglior libro dell’anno” per Aristophane dans les banlieues (éd. Actes Sud, traduzione e cura di Laurence Van Goethem), riconoscimento che in passato è andato a importanti figure della scena teatrale internazionale: dallo studioso Georges Banu ai registi Claude Regy e Thomas Ostermeyer, fino al drammaturgo Jean-Luc Lagarce.

La copertina di Aristophane dans les banlieues

 

«Desidero ringraziare il Sindacato dei critici francesi – ha detto Martinelli alla consegna del premio – che mi onora con questo premio prestigioso, e ringrazio la traduttrice Laurence Van Goethem, che da anni segue il mio lavoro e traduce i miei testi con una passione e una cura che mi fanno felice, e ringrazio Claire David e Georges Banu che per Actes sud hanno scommesso sull’ARISTOFANE e lo hanno fatto arrivare in Francia. E poi vorrei dedicare questo premio ai tanti adolescenti che, nel mondo, stanno gridando il loro diritto alla vita: e lo gridano anche quando li vediamo trincerarsi dietro la timidezza e il silenzio. Ascoltarli veramente non è solo è un dovere, per noi adulti, può diventare una fonte di grande felicità nello scambio tra generazioni: almeno, così è stato per me in tutti questi anni, un modo di far vivere la scena all’insegna di quella “parola presa a prestito dai Greci”, come la chiamava il giovane Friederich Nietzsche: Dioniso, il dio dei tamburi e dell’ebbrezza, del turbamento vitale. Del teatro».

Dal documento di lancio dei premi si legge che «più che mai, in un anno così particolare, la critica ha scelto volutamente titoli e figure di resistenza, per donare un messaggio forte e empatico allo spettacolo dal vivo rimasto fermo a causa della Pandemia e delle difficoltà scaturite dalla chiusura dei teatri».

Tutti i premiati del Palmarès des Prix de la critique de théâtre et de danse

 

Aristofane a Scampia. Come far amare i classici agli adolescenti con la non-scuola è una pubblicazione del 2016, in cui Martinelli racconta, come in un romanzo, il metodo della non-scuola e le avventure di questa vitale pedagogia in giro per il mondo, da Ravenna a Dakar, da Scampia a New York.

Marco Martinelli, autore, drammaturgo e regista, è fondatore del Teatro delle Albe (1983). Ha firmato oltre cinquanta regie e I suoi testi sono tradotti pubblicati e messi in scena in dieci lingue e selezionati da Fabulamundi e IPP Italian & American. Ha ricevuto riconoscimenti tra i quali sette Premi Ubu, Premio Hystrio, Golden Laurel. Martinelli è fondatore della non-scuola, pratica teatral-pedagogica con gli adolescenti diventata punto di riferimento in Italia e in diverse parti del mondo. Nel 2017 ha esordito anche come regista cinematografico, realizzando da allora quattro lungometraggi.

Nasce MALAGOLA – Scuola di vocalità e Centro studi sulla voce

Presentato a Bologna il progetto Malagola

Ideatrice e direttrice è Ermanna Montanari. Vicedirettore è Enrico Pitozzi. Dal 18 ottobre 2021 al 14 aprile 2022 avrà luogo il Corso di alta formazione Pratiche di creazione vocale e sonora, con incontri, seminari e un primo nucleo degli archivi sonori. Un UNICUM in Italia con un respiro internazionale, a partire da alcune presenze all’interno del Corpus docenti

Poco più di un anno fa, nel febbraio 2020, Ermanna Montanari inizia a coltivare le scintille di un progetto dedicato alla radice più profonda della sua ricerca artistica di attrice\autrice e concepisce il “Piccolo manifesto della Scuola di vocalità”. Dai nove punti in cui si articola lo scritto iniziava l’avventura creativa e formativa del futuro prossimo di Malagolaun progetto di scuola e centro studi sulla voce ideato e voluto fortemente da Ermanna Montanari, co-fondatrice e direzione artistica del Teatro delle Albe, attrice iconica e pluripremiata per la sua ricerca attoriale e sulle pratiche legate alla vocalità e al rapporto inscindibile con la creazione musicale e sonora.

Al fianco di Ermanna Montanari, in qualità di vicedirettore, lo studioso e docente dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna Enrico Pitozzi, che, da tempo, ha intrecciato un dialogo con Montanari intorno ai temi della voce e del suono. Tale dialogo ha dato come frutti due pubblicazioni: Acusma (Quodlibet, 2017) e Cellula (scritto con Ermanna Montanari, Quodlibet, 2021).

Oltre alla città di Ravenna, in cui il progetto individuato insieme al Comune ha sede tra il Teatro Rasi e gli spazi di Palazzo Malagola, che hanno segnato questo inizio, obiettivo e volontà di questo primo anno di percorso sono quelli di intrecciare relazioni sul territorio regionale, nazionale ed internazionale, valorizzando la relazione con le Istituzioni e gli Enti territoriali a partire da ERT /Teatro Nazionale e con il suo direttore Valter Malosti, in una prospettiva di condivisione, collaborazione e costruzione progettuale. Un gesto quello del direttore Malosti, in continuità con un dialogo acceso e duraturo che esiste da anni con Ermanna Montanari e il Teatro delle Albe, una risposta a intraprendere un’avventura che è anche un avvio a confrontarsi e scoprire sempre più poetiche condivise.

 

Malagola si va connotando, già da questo primo anno, come un luogo qualificato da un respiro internazionale e aperto al territorio, come centro studi e accoglienza di esperienze artistiche. Un archivio vivente e in continuità con la storia e il prossimo futuro in un duplice percorso: da una parte spazio di archivi sonori e audiovisivi dedicati alla scena contemporanea, intrecciati a doppio filo alla scuola di vocalità; dall’altra è luogo di pratiche condivise, che erediteranno l’energia delle centinaia di cittadini che hanno dato vita, negli ultimi anni, all’esperienza del Cantiere Dante.

Una scuola in cui, per usare le parole di Montanari, «si pratica una disciplina gioiosa e esigentissima attraverso l’avventura della propria voce e del proprio corpo, dove la voce è il corpo, dove ognuno è pianeta sonoro e radice della sostanza, che prenderà forma nel tempo che ci daremo. Un luogo plurale, abitato dalla città, in opera con la città, e al contempo separato, concepito in un’ottica di corresponsabilità collettiva, con la consapevolezza che ogni singola nostra cellula ha una storia, ed è depositaria di una memoria non solo sensoriale, ma immaginifica e poetica».

Una scuola come archivio dell’ascolto che guarda a riferimenti di figure che hanno lasciato un’orma indelebile: «Antonin Artaud, Laurie Anderson, Meredith Monk, Carmelo Bene, Maria Callas – leggiamo sempre nel “manifesto” della Scuola a firma di Ermanna Montanari – il vento, le rose, l’acqua, le preghiere, la gente, Demetrio Stratos, Leo de Berardinis, Perla Peragallo, Janis Joplin, e altri loro nostri compagni e compagne di via. E luogo di incontrollato sgorgare delle emozioni, urla echeggi soffi risa».

 

Al centro della Scuola di vocalità, il corso di Alta Formazione MALAGOLA Pratiche di creazione vocale e sonora (operazione approvata dalla Regione Emilia-Romagna con Delibera di GR n.401 del 29/03/2021, Rif.PA 2020-15422/RER e cofinanziata con risorse del Fondo sociale europeo P.O. 2014-2020 e della Regione Emilia-Romagna; operazione di cui Fondazione Simonini segue per Ravenna Teatro gli aspetti progettuali/gestionali), con inizio il prossimo ottobre e che fa parte delle attività di formazione teorico- pratiche avviate dal Centro di produzione e neo ente di formazione Teatro delle Albe/Ravenna Teatro.

Il corso, a frequentazione gratuita per gli artisti e i professionisti partecipanti, ha avuto 131 candidature per 15 posti disponibili. Nel gruppo di selezionati ci sono, come da obiettivi, figure che gravitano a diverso titolo nell’ambito della creazione e della comunicazione artistica – nello spettro ampio che va dal teatro (performer, attori, cantanti e/o strumentisti) alla produzione multimediale (radio, audioguide, audiolibri, ecc.).
Le lezioni iniziano ufficialmente lunedì 18 ottobre.

Molte sono le figure che andranno a comporre la costellazione del corpo docente, al confine tra territori artistici e ricerca, tra musica e teatro, creazione e attività formativa. Il modello di collaborazioni può prevedere anche residenze artistiche e, tra i nomi coinvolti – insieme a Montanari e Pitozzi – quelli di Meredith Monk, Mariangela Gualtieri, Moni Ovadia, Chiara Guidi, Francesca Proia, Roberto Latini, Mirella Mastronardi, Francesco Giomi, Luigi Ceccarelli, Diego Schiavo, Daniele Roccato, Alvin Curran. Presenze ospiti come Vinicio Capossela e anche foniatri come Franco Fussi e teorici del calibro di Piersandra Di Matteo, Valentina Valentini, Caterina Piccione e Bonnie Marranca, oltre a importanti esponenti del management delle arti performative, come Patrizia Cuoco e lo sfaff del Teatro delle Albe.

Sarà Silvia Pagliano ad assumere la direzione organizzativa del progetto, lavorando con la squadra organizzativa e tecnica del Teatro delle Albe/Ravenna Teatro.

MALAGOLA è segnato dal tratto del disegnatore Stefano Ricci, che ha composto il logo, i materiali ed è intervenuto su alcuni spazi del palazzo stesso, insieme al progetto poetico per i social di Malagola di Marco Sciotto, ricercatore dell’Ateneo di Catania-facoltà di Scienze Umanistiche.

 

Tra i partner del corso a livello regionale, nazionale e internazionale che aderiscono al progetto: Fondazione Ravenna Manifestazioni-Ravenna Festival, Santarcangelo dei Teatri-Santarcangelo Festival, Istituto Superiore di Studi Musicali G. Verdi, Associazione Culturale Masque Teatro, Pms Studio Music Label and Recording Studio, L’arboreto – Teatro Dimora Mondaino, Ater Fondazione, BH Studio, Fondazione Flaminia, Start Cinema, Istituzione Biblioteca Classense, Mar – Museo d’Arte della Città, Fondazione I Teatri, La Voce Artistica, Edison Studio Associazione Culturale, Italian and American Playwrights project-Umanism LLC- Martin E. Segal Theatre Center, The International Voices Project.

Il progetto MALAGOLA, come percorso cardine del Centro di produzione Teatro delle Albe/Ravenna Teatro, è sostenuto dal Comune di Ravenna dall’Assessorato alla Cultura e Paesaggio della Regione Emilia Romagna e dal Ministero della Cultura.

In questo suo primo anno è stato in grado di intercettare, insieme alle risorse del Centro di produzione, il contributo di € 72.052 dell’Assessorato alla Formazione della Regione Emilia Romagna-cofinanziato dal FSE e il contributo di 28.000 € di SCENA UNITA – per i lavoratori della Musica e dello Spettacolo, fondo privato gestito da Fondazione Cesvi – organizzazione umanitaria italiana laica e indipendente, fondata a Bergamo nel 1985 – in collaborazione con La Musica Che Gira e Music Innovation Hub.

MALAGOLA ha inoltre il supporto di GRUPPO BOERO attraverso il Brand ATTIVA dedciato ai professionisti dell’edilizia e il partner Tintored di Crespellano-Valsamoggia (BO).

Ermanna Montanari dall’8 all’11 ottobre è in scena nello storico spazio del Centro di Ricerca Musicale – Teatro San Leonardo con MADRE [di e con Ermanna Montanari, Stefano Ricci e Daniele Roccato; dal poemetto scenico di Marco Martinelli] nell’ambito di “Matria. immaginari della maternità contemporanea” a cura di ERT /Teatro Nazionale con la collaborazione di AngelicA | Centro di Ricerca Musicale e DAMSLab | La Soffitta, Università di Bologna.

 

Fotografie di Enrico Fedrigoli

Foto di copertina di Fabrizio Zani

Torna La Stagione dei Teatri. Trent’anni di Ravenna Teatro

Tante novità per i trent’anni di Ravenna Teatro: due stagioni parallele grazie alle collaborazioni con E Production (Fèsta) e Teatro Socjale di Piangipane (Al Socjale), la nascita di Malagola-Scuola di vocalità e Centro studi sulla voce, Storie di Ravenna e nuovo sito internet.

Riparte La Stagione dei Teatri con un programma ambizioso ma necessario, che punta sulla qualità delle proposte con uno sguardo sempre più allargato. Non si tratta solo di una ripartenza, bensì di un vero e proprio rilancio, con la necessità di ripensare una direzione, di rimarcare l’importanza di prendersi dei rischi. In questi due anni abbiamo riflettuto profondamente sulla necessità dell’arte teatrale, abbiamo tenuto aperto il teatro agli artisti (non agli spettatori, purtroppo), ospitando la loro ricerca. Da questo periodo di riflessione è scaturita Malagola, l’invenzione della fondatrice del Teatro delle Albe Ermanna Montanari (con il suo sapiente percorso di ricerca vocale e musicale), uno spazio per la ricerca, lo studio e la creazione che rappresenta un nuovo segno indispensabile per il nostro futuro.

È proprio con la nascita di questo Centro studi sulla voce che indichiamo la direzione che il nostro teatro seguirà in questa stagione e in quelle a venire, e su cui abbiamo costruito il programma che andiamo a presentare.

Malagola significa continuare a ospitare a Ravenna artisti/artefici che continuino a fare ricerca, significa un sostare, un essere presenti “qui e ora” che ribadisce l’importanza dell’artista, un investire sulle cose nascoste, sulla profondità, sullo scavo. 

Maestri come Mariangela Gualtieri, Meredith Monk, Moni Ovadia o Roberto Latini, (che vedremo nella Stagione di quest’anno) possono indicarci delle possibili traiettorie. Occorre scavare e arrivare ai nodi cruciali dell’arte teatrale, ed è da questo viaggio necessario – da sempre in dialogo incessante con l’Amministrazione comunale e la comunità degli spettatori – che Ravenna Teatro riapre e riparte. 

Ampio sarà l’excursus dei protagonisti della Stagione tra le drammaturgie, dal confronto di Carlo Cecchi con Eduardo De Filippo alla rilettura di Primo Levi a opera di Valter Malosti, dall’affondo ottocentesco di Elena Bucci e Marco Sgrosso al Teatro dell’Assurdo di Ionesco portato in scena da Valerio Binasco, Federica Fracassi e Michele Di Mauro, fino all’attualità del Teatro dell’Elfo con il romanzo di Mark Haddon.

Riprendendo una modalità a noi cara, saranno le collaborazioni e a dettare il passo delle attività 2021-22 di Ravenna Teatro, come quella con Fèsta, curata insieme a E Production, che ribadisce l’importanza delle Artificerie Almagià quale spazio di arte e cultura. Poi con il Teatro Socjale di Piangipane (luogo ultracentenario legato indissolubilmente al mondo della cooperazione), che ha dato vita alla rassegna Al Socjale. Senza dimenticare il fondamentale rapporto con il fotografo veronese Enrico Fedrigoli, autore delle immagini che connotano quest’anno la comunicazione visiva della Stagione dei Teatri. Immagini potenti, di occhi osservatori, che ci inducono a guardarci, anzi a ri-guardarci, sempre alla ricerca di bellezza.

Quest’anno così particolare per tutti, è per noi ancora più simbolico: 1991-2021. Sono trent’anni di Ravenna Teatro. Trent’anni di stagioni, collaborazioni, creazioni, pensieri e trent’anni che abitiamo uno spazio fondamentale per la nostra città, il Teatro Rasi. In questo momento di trasformazioni, anche il Rasi sta cambiando il suo aspetto. Sono iniziati i lavori di riqualificazione del Rasi, che lo renderanno ancora più bello e accogliente, uno spazio profondamente trasformato nella fruizione della sala, resa più moderna e pronta alle diverse esigenze artistiche. I lavori saranno ultimati all’inizio del 2022.

Alessandro Argnani e Marcella Nonni
direzione Ravenna Teatro

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Il Teatro Rasi si rinnova

Il 19 luglio è iniziato l’intervento di riqualificazione e innovazione funzionale del Teatro Rasi, che consegnerà alla città un teatro di dimensione europea in grado di misurarsi con le diverse esigenze della scena e della ricerca teatrale e multidisciplinare contemporanea. Il progetto è sostenuto dal Comune di Ravenna – Assessorato alla Cultura e dalla Regione Emilia Romagna con la collaborazione di Ravenna Teatro. Il termine dei lavori è previsto per l’inizio di febbraio 2022.

Il Teatro Rasi – ex chiesa di Santa Chiara, poi cavallerizza e poi teatro dalla fine dell’800 – dal 1991 è gestito, attraverso convenzione quinquennale con il Comune di Ravenna, da Ravenna Teatro, centro di ricerca scenica fondato dal Teatro delle Albe – direzione artistica Marco Martinelli e Ermanna Montanari, capostipiti di un’intera comunità artistica – e dalla Compagnia Drammatico Vegetale – direzione artistica Piero Fenati ed Elvira Mascanzoni. 

Irradiato dalla poetica degli artisti e delle compagnie che l’hanno fondato, scommettendo sulla fertilità incessante della scena, Ravenna Teatro intreccia una necessità etica di radicamento nella polis a una vocazione internazionale nella creazione di opere, percorsi di ospitalità, pratiche pedagogiche.

Il Teatro Rasi negli anni è stato anche “casa” per tanti importanti appuntamenti di Ravenna Festival e per i diversi enti convenzionati e patrocinati dal Comune di Ravenna. Un luogo da sempre in dialogo con la città, con le sue energie e i suoi cittadini e cittadine con circa 300 aperture l’anno. 

In questa tensione si inscrive anche il progetto di ristrutturazione del Rasi, che lo trasformerà in uno spazio ulteriormente in linea con la dimensione europea, in cui sarà ridefinito il rapporto con la fruizione e le esigenze della scena contemporanea.

IL PROGETTO

Il progetto prevede la sostituzione delle poltrone con una gradinata telescopica mobile che permetterà usi inediti e l’allargamento e la possibilità di sconfinamento dello spazio scenico a tutta la platea. La gradinata creerà inoltre una nuova piccola sala prove o spettacolo nell’area che oggi è sotto la galleria, e quest’ultima potrebbe diventare a sua volta una piccola sala separata della nuova ‘multisala teatrale’. Tali lavori porranno inoltre estrema attenzione all’aspetto acustico, ottimizzandolo ulteriormente. 

Il progetto, frutto della collaborazione tra il Comune di Ravenna e Ravenna Teatro, è firmato dall’Architetto Carlo Carbone, che solo negli ultimi anni ha ristrutturato Teatro Colosseo di Torino Teatro La cucina-Olinda di Milano, Teatro Koreja di Lecce, Auditorium di Fiesole oltre ad aver lavorato a innumerevoli progetti di acustica come quelli al Palazzetto dello sport Auditorium Mandela Forum di Firenze e tutte le manifestazioni musicali tenute allo stadio Meazza di Milano.

PROCEDURA DI AGGIUDICAZIONE

Per ciò che riguarda i lavori di ristrutturazione e innovazione del Teatro, compresi quelli concernenti la manutenzione degli impianti elettrici dell’edificio, essendo di importo superiore ad euro 150.000, ma inferiore a euro 350.000, sono stati affidati mediante ricorso a procedura negoziata, senza bando, di cui all’art. 63 del D. lgs. n. 50 del 2016, previa consultazione di almeno cinque operatori economici, nel rispetto di un criterio di rotazione degli inviti, che ha tenuto conto anche di una diversa dislocazione territoriale delle imprese invitate, ai sensi dell’art. 1, c. 2, lett. b) del D. L. n. 76/2020 (c.d. Decreto Semplificazioni), convertito con L. n. 120/2020, apportante semplificazione in materia di contratti pubblici;

arredi e attrezzature (tribuna e poltrone): affidamento diretto

Da qui l’opportunità di avviare un intervento di miglioramento, riqualificazione e innovazione funzionale del Teatro Rasi che, dopo la Delibera Giunta Regionale –  Regione Emilia-Romagna n. 1575 del 24/09/2018 avente a oggetto l’approvazione delle graduatorie relative all’avviso pubblico, approvato con delibera di Giunta Regionale n.500 del 09/04/2018, per la presentazione di Progetti relativi a interventi per spese di investimento nel settore dello spettacolo (anno 2018) lr 13/1999 “norme in materia di spettacolo”, ha portato alla realizzazione del progetto, affidato all’architetto Carlo Carbone, mediante ricorso a procedura negoziata (vinto dalla Cooperativa Muratori e Cementisti Faenza Soc. Coop.) il cui costo totale è di € 400.000, con contributo assegnato dalla Regione di € 200.000 e contributo assegnato dal Comune di Ravenna di €200.000.

IMPRESE SELEZIONATE

Oltre alla Cooperativa Muratori e Cementisti Faenza Soc. Coop., le altre imprese che parteciperanno ai lavori sono: Adriatica Ponteggi S.r.l, Iged S.r.l., Innova S.r.l, Steel Poll Cantieri, Tesco S.r.l.

foto di Marco Parollo