Autore: Alessandro Renda

Giuliano Scabia, “Il poeta d’oro”

Drammaturgo, regista, attore, pedagogo, romanziere e affabulatore, Giuliano Scabia è stato soprattutto un poeta. A raccontarlo, con un libro dal titolo Il Poeta d’oro (La Casa Usher), è il critico teatrale Massimo Marino.

attenzione L’evento di mercoledì 24 maggio, alle 18:00 organizzato da Ravenna Teatro insieme al festival Arrivano dal mare! è annullato

Scabia a Firenze, 1990 (foto M. Agus)

“Scabia cercava di decifrare la lingua, – spiega il critico Massimo Marino – le lingue dei nostri tempi confusi, di scavarle e portarle a consapevolezza. Lo ha fatto trascrivendo in poesia per musicisti come Luigi Nono agli inizi degli anni Sessanta il mondo dell’alienazione e dello sfruttamento della fabbrica; mettendo a punto testi teatrali come sguardo profondo sulla nostra società e su come cambiarla; inventando azioni di partecipazione con abitanti di quartieri periferici e di paesini, con studenti e con i ‘matti’, in mille situazioni”.

Il poeta d’oro racconta la storia e le opere di Scabia, restituendo una figura complessa, ma risplendente nel panorama culturale e artistico italiano, in viaggio continuo nelle trasformazioni della lingua e della società. All’interno delle esperienze condotte a Trieste da Franco Basaglia nel 1973, Scabia ha inoltre costruito con altri artisti, con medici, infermieri e pazienti, quel grande animale azzurro di cartapesta chiamato Marco Cavallo, simbolo della liberazione dall’oppressione manicomiale, contribuendo al processo che portò alla Legge 180 e alla chiusura degli ospedali psichiatrici.

Marino, perché un libro su Scabia? Come nasce?

“Ho iniziato a seguire Giuliano Scabia nel 1972, quando arrivò al Dams, e l’ho fatto intensamente fino a metà degli anni Ottanta. Successivamente ho continuato a seguirlo a distanza, ma il rapporto è stato sempre molto forte. Quando morì, nel maggio 2021, insieme ad amici e parenti ci siamo resi conto che, nonostante avesse rappresentato momenti importanti nel campo della letteratura, del teatro e della poesia tra fine Novecento e primi anni Duemila, la sua figura era ancora marginale. Mancava uno sguardo complessivo che ne facesse conoscere, prima ancora che apprezzare, la ricchezza. Così è nato il libro”.

Qual è il lascito di Scabia? Cosa rimane oggi, della sua lezione?

“Rimangono molte cose, e rimane tutto quello che ha lasciato negli studenti in trent’anni di corsi al Dams. Dopo la sua morte è stato creato un gruppo whatsapp in cui una novantina di persone, che lo hanno seguito intensamente, si scambiano informazioni. A Firenze rimane un archivio di suoi documenti che si costituirà in Fondazione; rimane un cavallo – anzi, per la verità ce ne sono diciotto copie, dal Brasile alla Russia – simbolo della liberazione teatrale nei manicomi; rimangono opere teatrali di grande rilevanza, alcune variamente riprese; rimangono i romanzi e le poesie. È stato il padre della cosiddetta ‘animazione teatrale’ e di esperienze specifiche: da poco tempo è stato pubblicato Forse un Drago nascerà ad opera di Babalibri insieme a studiosi e docenti dell’Università degli Studi di Milano Bicocca e si sta costruendo un laboratorio Scabia che attraversa i vari istituti universitari per rivedere un lavoro pedagogico ancora fortemente attuale”.

A cosa si deve il titolo?

“Il poeta d’oro è il titolo di un suo testo che racconta in modo favolistico l’infarto che lo colpì. È la storia della malattia che, a cavallo dei 40 anni, gli ha cambiato la vita e mi è sembrato particolarmente adatto anche perché Giuliano si portava sempre appresso un sole di cartapesta. L’infarto ha inoltre segnato il passaggio dal teatro alla narrazione”.

Com’era lo Scabia insegnante?

“L’attività al Dams lo ha impegnato dal 1972 al 2005: ad inizio anno presentava programmi molto affascinanti che però metteva da parte per esplorare il teatro. Chiedeva agli studenti di sondare i testi teatrali impegnandosi a creare con i corpi; il suo fare ha generato fortissimi coinvolgimenti che hanno segnato generazioni di studenti.

intervista a cura di Federica Ferruzzi

dalle sette alle nove 2023

cinque appuntamenti per famiglie e un progetto speciale

Ravenna Teatro / Drammatico Vegetale torna a proporre il tradizionale appuntamento ribattezzato dalle sette alle nove che, da giugno a luglio, conta cinque spettacoli per ragazzi, ragazze e bambini a partire dai 3 anni, oltre ad un progetto speciale con laboratorio sul corpo in movimento nello spazio intitolato Device (dagli 11 ai 25 anni), seguito da un’azione performativa di Monica Francia a cura di gruppo Y.

“Siamo felici di annunciare il ritorno del picnic al termine dello spettacolo – sottolineano Piero Fenati ed Elvira Mascanzoni, direttori artistici di Drammatico Vegetale – una modalità che segna il ripristino della dimensione di festa che avevamo abbandonato ai tempi del Covid. È un piacere tornare ad incontrare le famiglie e che queste tornino a farlo tra loro in teatro. Per loro abbiamo pensato a spettacoli che potessero coprire età diverse, garantendo uno sguardo ampio”.

La rassegna inizia mercoledì 7 giugno con Pinocchio in 7T di Drammatico Vegetale, spettacolo di teatro di figura e d’attore con musica dal vivo consigliato a partire dai 4 anni. Il titolo significa “Pinocchio in 7 teatrini”: il protagonista salta da un teatro all’altro senza soluzione di continuità e insegue la sua storia che lo porterà ineluttabilmente alla trasformazione finale in bambino.

Sabato 17 giugno toccherà a Teatro Pan con Piccoli universi sentimentali, spettacolo poetico dai 3 anni che intende avvicinare gli spettatori all’osservazione dell’infinitamente piccolo per scoprire, come diceva Gianni Rodari, che “le cose di ogni giorno nascondono segreti per chi li sa guardare ed ascoltare”. Lo spunto è dato dai bambini stessi, che spesso disegnano uccelli che sembrano pesci e viceversa, idea che condurrà in una sorta di mondo al contrario, dove le stelle stanno in terra, mentre in alto vagano peperoni, cipolle e foglie autunnali.

Doppio appuntamento, dai 5 anni in su, per giovedì 22 giugno, quando alle 20 Veronica Truttero e Jenny Burnazzi proporranno il concerto disegnato dal vivo Le mille e una notte. Lo spettacolo presenta sei quadri vuoti che, a poco a poco, vengono riempiti da musica e disegno: Sherazade, ladroni e tesori nascosti, tappeti volanti e palazzi d’Oriente immersi nella notte compaiono sulla carta dalla mano di Veronica Truttero e prendono vita grazie alla musica – a volte lenta e sognante, altre incalzante e ritmata come un cavallo al galoppo – del violoncello di Jenny Burnazzi. Al termine, seguirà lo spettacolo di installazione ed esperienza sensoriale Arcipelago, che proprio nei giorni scorsi si è aggiudicato l’Eolo Award 2023 per il Miglior progetto dedicato a Tinin Mantegazza. Arcipelago è un’installazione teatrale agita e resa viva dai bambini, che si ritroveranno in una stanza ampia e scura, dove a fare luce è solo un piccolo arcipelago, composto da diverse isole: piccole unità sparse sul pavimento-mare, pronte ad accogliere un solo “naufrago” per volta. Ogni isola permetterà di vivere un’esperienza intima ed esclusiva con l’installazione presente: alcune prevedono un contatto, una manipolazione, un’interazione tattile e multi sensoriale. Altre si limitano alla sola contemplazione, lasciando che la vista e la percezione di un oggetto o di un micromondo siano da stimolo per elaborare una risposta o il fluire delle parole. Terminata l’esperienza su una singola isola, ogni bambino riparte verso una nuova tappa. Lo spettacolo terminerà con un momento di condivisione e di restituzione simbolica. “Arcipelago – proseguono Fenati e Mascanzoni – sarà un momento prezioso per coniugare le attività che organizziamo solitamente per le scuole con quelle rivolte alle famiglie: un’occasione per incontrare le insegnanti e accogliere suggerimenti al fine di organizzare al meglio la programmazione dell’anno prossimo. Un appuntamento che, anche in questo caso, riprende antiche consuetudini”.

Gli spettacoli termineranno con l’appuntamento di giovedì 29 giugno dal titolo Tante storie per giocare, realizzato da Drammatico Vegetale insieme a Matteo Ramon Arevalos e Camilla Lopez, una narrazione in musica ispirata a tre dei venti racconti contenuti nell’omonima opera di Gianni Rodari. Musiche e sonorizzazioni dal vivo introdurranno i piccoli spettatori nelle trame de Il tamburino magico, Pinocchio il furbo e Taxi per le stelle, e saranno associate ad un commento musicale ogni volta diverso. La prima vedrà un intreccio continuo tra musica e testo, la seconda è una sorta di brano cantato con una canzone appositamente composta, mentre l’ultima è un intreccio di campana tibetana, tastiera e strumenti vari. Questa lettura musicale si rivolge alla platea del teatro ragazzi, ma a fronte della genialità di Rodari e del talento di Camilla Lopez e Matteo Ramon Arevalos, si presenta come un lavoro fruibile da qualsiasi pubblico.

Tutti gli spettacoli, ad esclusione di Fuori Orario, inizieranno alle 19:00 e termineranno con un picnic nel giardino del Teatro Rasi.

Infine, da martedì 25 a venerdì 28 luglio, dalle 15 alle 18, Monica Francia e gruppo Y propongono Device, laboratorio gratuito sul corpo in movimento nello spazio dagli 11 ai 25 anni. Venerdì 28 luglio, alle 19:00, 19:30 e 20:00, si terrà infine l’azione performativa Congegno emotivo a cui potranno partecipare ragazzi e ragazze dai 10 anni e adulti.

BIGLIETTI E INFORMAZIONI

BIGLIETTI

Ingresso unico 5 €

Promozione 6 in gruppo (gruppi da 6 persone per uno stesso spettacolo) 6 ingressi a 24 €.

Posti limitati, è consigliato l’acquisto in prevendita.
I biglietti sono in vendita su questo sito CLICCA QUI

Le serate del 7, 17 e 29 giugno si chiudono con un picnic da gustare in giardino tra giochi e sorprese. Il cestino si può portare da casa o prenotare in teatro: bambini 6 €, adulti 10 €, ingredienti biologici e di commercio equo a cura di Villaggio Globale.

PROGETTO SPECIALE

L’iscrizione al laboratorio è gratuita inviando una mail a info@ravennateatro.com con oggetto “Iscrizione a congegno emotivo” contenente nome, cognome e numero di telefono entro il 24 luglio.

INFORMAZIONI

Ravenna Teatro, Teatro Rasi, via di Roma 39, Ravenna, tel. 0544 36239 e 3337605760.

La rassegna è organizzata con il supporto del Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna, Comune di Ravenna, Coop Alleanza 3.0, Fondazione del Monte di Bologna e di Ravenna, Assicoop Unipol Sai, Reclam, Apt Emilia-Romagna, Bcc ravennate, forlivese e imolese e si svolge in collaborazione con Sciroppo di Teatro – Ater Fondazione, Assitej Italia, Small Size Network.
Media Partner: Il Resto del Carlino, Corriere Romagna, Ravenna Notizie, Setteserequi, Ravenna Web Tv, Pubblisole, Ravenna24ore, Ravenna e Dintorni.

ICONOGRAPHICA – incontri e proiezioni

Lunedì 17 aprile, al Teatro Rasi, prenderà avvio Iconographica, ciclo di proiezioni e di incontri nel segno della commistione e dell’ibridazione che nasce dalla collaborazione tra Master «IKONA. Produzione, curatela digitale e valorizzazione del patrimonio audiovisivo dello spettacolo dal vivo» – Università di BolognaMAR Museo d’Arte della Città di Ravenna e Cantiere MALAGOLATeatro delle Albe/Ravenna Teatro.

L’incontro tra autori differenti (da Alexander Sokurov a Pier Paolo Pasolini, passando per Marco Martinelli, Elisabetta Sgarbi, Giulio Boato, Studio Azzurro, Catherine Maximoff ed Elisabeth Coronel), ha generato un convergere di sguardi e linguaggi diversi (dal cinema alla fotografia, dal teatro alla danza, dall’archivio alla videoarte), un intreccio tra vari spazi ravennati (come il Teatro Rasi, il Teatro Alighieri e il Mar) e, infine, l’incrociarsi di due progetti differenti – che hanno nella città di Ravenna e nella multidisciplinarietà i principali fuochi comuni – come il Cantiere MALAGOLATeatro delle Albe/Ravenna Teatro e il Master «IKONA. Produzione, curatela digitale e valorizzazione del patrimonio audiovisivo dello spettacolo dal vivo» – Università di Bologna, diretto da Enrico Pitozzi.

Questo il calendario degli appuntamenti:

Lunedì 17 Aprile, ore 20:30 | Teatro Rasi
Fairytale. Una fiaba (Skazka, Russia/Belgio/Estonia, 2022, 78 min.)* di Aleksandr Sokurov
dopo la proiezione, Aleksandr Sokurov (in collegamento online da Mosca) sarà in dialogo pubblico con Matteo Marelli e Aliona Shumakova che coordina e cura anche la traduzione

Domenica 30 Aprile, ore 20:30 | Teatro Rasi
Nino Migliori. Viaggio intorno alla mia stanza (Italia, 2022, 42 min.)* di Elisabetta Sgarbi
introduce Ermanna Montanari
dopo la proiezione, Elisabetta Sgarbi, Eugenio Lio e Nino Migliori saranno in dialogo con Aliona Shumakova

Giovedì 4 Maggio, ore 15:30| MAR Museo d’Arte della Città di Ravenna
Shiro Takatani. Between nature and technology (Francia, 2019, 55 min.)** di Giulio Boato
dopo la proiezione, Giulio Boato (in collegamento online) sarà in dialogo con Enrico Pitozzi

Martedì 9 Maggio, ore 20:30 | Teatro Alighieri
Che cosa sono le nuvole? (episodio dal film Capriccio all’italiana, Italia, 1968, 22 min.)* di Pier Paolo Pasolini
dopo la proiezione, Chiamata Pubblica di Ermanna Montanari e Marco Martinelli per Don Chisciotte con i cittadini

Giovedì 11 Maggio, ore 15:30| MAR Museo d’Arte della Città di Ravenna
Wayne McGregor. Going Somewhere (Francia, 2010, 80 min.)** di Catherine Maximoff
dopo la proiezione, Catherine Maximoff sarà in dialogo con Enrico Pitozzi

Giovedì 1 Giugno, ore 15:30| MAR Museo d’Arte della Città di Ravenna
Antologia. Materiali 2008-2023** (Italia, 2023, 60 min.) di Studio Azzurro
dopo la proiezione, Fabio Cirifino sarà in dialogo con Enrico Pitozzi

Giovedì 8 Giugno, ore 20:30 | Teatro Rasi
Er (Italia, 2020, 67 min.)* di Marco Martinelli
dopo la proiezione, Ermanna Montanari e Marco Martinelli saranno in dialogo con Cristina Piccino

Martedì 20 Giugno, ore 15:30| MAR Museo d’Arte della Città di Ravenna
Saburo Teshigawara, danser l’invisible (Francia, 2005, 58 min.)** di Elisabeth Coronel
dopo la proiezione, Elisabeth Coronel sarà in dialogo con Enrico Pitozzi

* proiezione legata al Cantiere Malagola – Teatro delle Albe/Ravenna Teatro
** proiezione legata al Master «IKONA. Produzione, curatela digitale e valorizzazione del patrimonio audiovisivo dello spettacolo dal vivo» – Università di Bologna

 

Info e prenotazioni:

Teatro Rasi | via di Roma, 39 – Ravenna
MAR Museo d’Arte della Città di Ravenna | via di Roma, 13 – Ravenna
Teatro Alighieri | via Mariani, 2 – Ravenna

Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero, eccetto la proiezione di Fairytale del 17 Aprile, che prevede un biglietto del costo di 5€

info@malagola.eu – 348.1382632

L’archivio Demetrio Stratos trova casa a Malagola

L’archivio Demetrio Stratos, appena acquisito dal Comune di Ravenna e dalla Regione Emilia-Romagna, trova la sua casa ideale a Malagola, il centro internazionale di ricerca vocale e sonora diretto da Ermanna Montanari ed Enrico Pitozzi, che ne avvia, così, la valorizzazione e la messa a disposizione di studiosi, di ricercatori e del pubblico più vasto.

Costituito da un’ampia varietà di documenti e oggetti appartenuti all’artista, con centinaia di elementi tra documentazione manoscritta, appunti, fotografie, abiti, cinture tradizionali, oggetti utilizzati durante i concerti e le performance, volantini, manifesti, rassegna stampa, lettere, libri, dischi, registrazioni audio, videocassette e materiali audiovisivi digitalizzati, l’archivio testimonia sia l’attività creativa di Stratos che il contesto culturale che egli aveva costruito nella propria abitazione, in primis il rapporto di amicizia e collaborazione artistica con John Cage.

Un archivio conservato finora da Daniela Ronconi Demetriou, vedova Stratos, che rappresenta una risorsa fondamentale per ricostituire – grazie a possibili percorsi attraverso le sue tracce e inedite forme di esperienza di ciò che esse sono in grado di generare – il contatto quanto più diretto possibile con un artista che ha segnato in modo radicale e fondamentale la storia della musica e della ricerca sulla vocalità e che, come afferma Ermanna Montanari, «con la sua voce è in grado di attivare in noi l’esperienza del sacro».

Un patrimonio di rilevanza primaria che si inserisce in un percorso che Malagola sta avviando nel segno degli archivi d’arte, del loro ripensamento, della loro interconnessione e valorizzazione e che, come spiega Enrico Pitozzi, «inaugura una ‘fruizione esperienziale’ dei materiali sonori, destinata a cambiare i modi e le pratiche d’ascolto».