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L’ironia, la nostra forma di contestazione

LA STAGIONE DEI TEATRI 2023-2024

In occasione di 7-14-21-28, in scena per La Stagione dei Teatri 2023/2024 martedì 19 marzo, alle 21:00, al Teatro Alighieri, Federica Ferruzzi ha intervistato Antonio Rezza e Flavia Mastrella.

Antonio Rezza @Giulio Mazzi

Raggiungiamo telefonicamente Antonio Rezza mentre è in viaggio verso Perugia, dove la sera andrà in scena Hybris, uno spettacolo del 2022. “Mi faccia pensare…ah sì, Ravenna: porteremo 7-14-21-28, uno spettacolo del 2009: sa, siamo l’unica compagnia a portare in giro la totalità dei nostri spettacoli e quest’anno siamo a quota nove su nove. Siamo gli unici a farlo, e non mi riferisco solo all’Italia. È una scelta scriteriata, lo so”.

Come si riesce a tenerli a bada tutti e nove?

“Per me non è una grande fatica, una volta che ho fatto memoria sono a posto, gli spettacoli sono nati con me, li riacquisisco in fretta. Sul palco siamo io e Ivan Bellavista, lo abbiamo appena fatto in gennaio a Savona, ormai va in automatico. Forse fa più fatica Flavia (Mastrella, ndr), a dover ricomporre le scenografie ogni volta, magari qualcosa si rompe. La memoria, invece, non si rompe mai”.

Cambiano le città e cambia anche il pubblico, com’è la relazione con gli spettatori?

“Il pubblico guarda e basta, lo spettacolo va visto: chi guarda, guarda, chi fa, fa. Ogni volta, anche per non annoiarci, si spera sia diversa la dinamica. Ad esempio lo spettacolo di questa sera vedrà otto attori sul palco, abbiamo provato a diversificare portando tante persone, è sempre difficile fare spettacoli nuovi. La gestazione può durare tanto, non si è mai soddisfatti”.

Insieme, lei e Mastrella avete creato un sodalizio che è ancora in grado di dare nuovi spunti: come si fa, dopo così tanti anni?

“Facendo più cose: ci occupiamo anche di cinema, di scultura, di scrittura, quando è possibile anche di televisione. Tante cose diverse per non cadere nella trappola della specializzazione. Essere multiformi significa anche annoiarsi di meno”.

E il teatro a che punto si colloca?

“Il teatro finanzia tutto quello che facciamo, è ancora la via più libera per l’espressione, rispetto ad esempio al cinema, che non è un terreno libero a meno che non ti produci i film da solo. Flavia si occupa di mostre con sculture quando vuole. Noi non siamo finanziati dallo Stato, ma la memoria è labile e di sicuro non saremo ricordati per questo”.

E per cosa?

“Per l’irregolarità, l’unicità, perché facciamo cose che altri non fanno. E lo dico senza presunzione, ce lo dicono da quando abbiamo iniziato. Ecco, magari si potrebbe pensare ad una Fondazione, ma solo una volta che saremo morti: quella sì, potrebbe essere pagata dallo Stato, ma solo quando non ci saremo più. L’istituzione è l’oggetto del dissenso, non puoi prendere soldi da chi non condividi quello che fa, ma questo è un trasformismo abbastanza diffuso”.

Veniamo a 7-14..com’è raccontare la realtà attraverso i numeri?

“I numeri vanno fatti divertire, diventano come le parole: ad esempio posso dare idea di disperazione leggendo una data. Se io dico che una persona è morta 24 anni 71 anni fa, creo uno stato d’animo. Purtroppo spesso l’attore si sforza di essere credibile, mentre dovrebbe essere incredibile. Purtroppo il realismo ha rovinato parecchie menti, è un compromesso. Non dico che De Sica abbia sbagliato a fare film, ma ne basta uno come lui. Nessuno mente più dei realisti. La riproposizione della realtà è una menzogna: se uno ha la bellezza della fantasia, che ti frega della diga del Vajont?”.

Vuole aggiungere qualcosa?

“Sì: stanno sterminando un popolo e nessuno lo dice, io sto dalla parte dei palestinesi. Ci sono menti che fanno attenzione ad esprimersi per paura di non lavorare più, sono artisti falsamente progressisti. Ce lo fanno notare anche alcuni professori quando andiamo nelle università, questa cosa di certi artisti che non prendono posizione”.

Com’è rapportarsi con i giovani universitari? Che impressione fanno?

“La situazione è molto cambiata rispetto a vent’anni fa. L’Università di oggi sembra un liceo, i licei sembrano scuole medie, le medie fanno l’effetto delle elementari e le elementari sembrano materne. È tutto declassato. Oggi si diventa universitari solo con la morte dei genitori, solo con una perdita irreparabile uno matura un po’. Una volta si protestava, c’erano i direttivi politici, ora esiste solo you tube. Ai miei tempi c’era una coscienza, anche corrotta, ma almeno c’era. Oggi ci sono gli influencer”.

Al telefono Flavia Mastrella ci dice che, mentre Rezza è in giro con gli spettacoli, lei è già all’opera per il prossimo lavoro. “Non posso dire molto, al momento vivo in clausura, ma stiamo cercando di muovere qualcosa, è già tanto” spiega, mentre racconta della torunée che segue da lontano. “Quelle che circolano sono strutture molto delicate, in quanto lavoro sull’equilibrio, sulle fragilità. È come avere dei bambini: hanno bisogno sempre del medico, e non c’è vaccino che tenga. La scelta di portarli tutti in giro è  fonte di vita, lavorare in questo modo ci permette di mantenere viva l’arte che ci ha preceduto e che ci segue ancora. Nel tempo ci siamo mantenuti ‘puliti’, facciamo ancora quello che ci passa per la testa, a caro prezzo, ma vuoi mettere la soddisfazione? Le persone ci seguono con gioia”.

Com’è il rapporto che vi lega al pubblico?

“Per noi gli spettatori sono tutto: senza di loro non saremmo potuti esistere. In un sistema teatrale come il nostro, un po’ conservatore, il pubblico ci ha seguito, incoraggiato e permesso di entrare in sala. Principalmente abbiamo lavorato per raccontare il presente – cosa che in Italia è quasi vietata – attraverso l’ironia, che è anche una forma di contestazione in un mondo che ci vuole tristi e impauriti”.

Insieme avete creato un sodalizio che è ancora in grado di dare nuovi spunti: come si fa, dopo così tanti anni?

“Io viaggio fuori dal tempo, a me dieci anni sembrano tre giorni. Essendo sempre impegnata sull’aspetto creativo studio in continuazione, sono sempre intenta a guardare e non mi pesa il tempo, bensì mi manca: se penso che ho pochi anni ancora di ricerca e creatività lavorerei giorno e notte. Il teatro è stato lo spazio più libero che abbiamo trovato, è la condizione fondamentale, senza potremmo morire: su questo siamo d’accordo, è l’unico punto che ci accomuna”.

Rezza dice che sarete ricordati per l’irregolarità, anche per lei è così ?

“Secondo me tenteranno invece di regolarizzarci. Carmelo Bene è stato un innovatore non solo a livello di parola e direzioni teatrali, ma anche di spazio. Era innovativo, ma di questo aspetto non si parla mai: si parla solo del rapporto che ha avuto con i testi storici, ma non della sua innovazione. Ha portato in scena Pinocchio, in cui recitava in maniera incredibile, eppure si parla solo del testo”.

Veniamo allo spettacolo che porterete: com’è raccontare la realtà attraverso i numeri?

“Avevamo già pensato di fare una trilogia sulla realtà numerica, ci sembrava stessimo diventando numeri. Da alcuni anni il codice fiscale è diventato fondamentale per fare tutto, mentre fino a poco tempo fa i numeri e le password non erano molto importanti. In scena c’è un ideogramma gigantesco composto da un’altalena e da una falce da cui pende un tessuto. Rappresenta la fine dei giochi, il passaggio da un sistema bambino a un sistema adulto”.

Vuole aggiungere qualcosa?

“Sono contraria ad ogni forma di violenza e di attacco sull’altro: è chiaro che stiamo assistendo allo sterminio dei palestinesi, che peraltro dura da cent’anni, ma pensiamo anche a noi, visto che ci stanno annientato e con noi la nostra cultura. Stiamo diventando i camerieri dei turisti, oggi è impossibile realizzare un’attività creativa, e per chi ha 30 anni è dura. Viviamo in un’epoca in cui avere un bagaglio culturale sembra inutile, ci stanno fregando, ma di questo non parla nessuno”.

Come sono i giovani universitari?

“Io li adoro: ultimamente abbiamo avuto alcuni stagisti che non se ne sarebbero più andati. Nessuno dice loro che esiste la libertà espressiva, soprattutto in teatro li si obbliga sempre a seguire determinati canoni. Gli studenti pensano ci sia solo questo modo, ma io ho cercato di far capire loro che non è vero facendo controinformazione. A questi ragazzi, in generale, dico: ‘studiate e poi fate il contrario, però, intanto, studiate'”.

Goldoni, una lingua pensata per il corpo dell’attore

LA STAGIONE DEI TEATRI 2023-2024

In occasione de La Locandiera, in scena per La Stagione dei Teatri 2023/2024 giovedì 7, venerdì 8, sabato 9 marzo, alle 21:00, e domenica 10, alle 15:30, al Teatro Alighieri, Federica Ferruzzi ha intervistato Sonia Bergamasco.

Con La Locandiera Sonia Bergamasco torna a lavorare con Antonio Latella e porta in scena una Mirandolina che promette di essere molto attuale. Quali sono le sue caratteristiche?

“Latella è un amico degli inizi: abbiamo lavorato insieme a Massimo Castri quando Antonio era ancora in scena come attore, successivamente abbiamo preso strade diverse e ci siamo ritrovati di recente, ovvero tre anni fa, quando mi chiese di interpretare Martha in Chi ha paura di Virginia Woolf. Per me si è trattato di un incontro felicissimo, che desideravo da sempre, con un regista di grandissima sensibilità e valore, che collabora con gli attori dal primo istante e non si stanca mai di restare in ascolto. È un regista forte, che propone visioni altrettanto forti, ma che è capace di mettere al centro il lavoro dell’attore. Un agire che per me è essenziale, emozionante, è quello che a me interessa. La Locandiera di Goldoni rappresenta un ritorno, ci siamo trovati insieme sulla Trilogia della Villeggiatura, di conseguenza tornare a Goldoni con un testo chiave è stata una proposta a cui non potevo rinunciare e ogni replica è una gioia, una scoperta continua”. 

Il cast è ricco, e oltre al regista ritrova anche Ludovico Fededegni, con cui ha lavorato nello spettacolo che è valso ad entrambi il premio Ubu. Ci si immagina un contesto di forte affiatamento, che pensiamo faciliti anche la messa in scena, creando un valore aggiunto…

“La scelta degli attori, il casting, è anche questa un’arte che Antonio conosce bene: le sue scelte sono sempre dettate da qualità non solo artistiche, ma anche umane, che rappresentano il valore aggiunto. Quando c’è l’incontro, si sente. Ludovico era un compagno di lavoro già dallo spettacolo precedente, era l’unico con cui ero già stata in scena. Siamo in otto e non avevo mai affiancato nessuno di loro, anche se conoscevo benissimo Giovanni Franzoni. Per me continua ad essere un bellissimo incontro, aspetto non scontato”.

Qual è l’accoglienza riservata finora dal pubblico alla Locandiera?

“Abbiamo avuto la grandissima soddisfazione di aver visto teatri strapieni, con moltissimi giovani, anche perché La Locandiera è il fulcro del sistema scolastico, ma non è detto che gli studenti vengano a teatro di sera. Anche a Bologna abbiamo ricevuto una splendida accoglienza, soprattutto da parte di molti giovani, e allo Strehler abbiamo avuto il teatro esaurito fin dal primo giorno. L’allestimento è molto contemporaneo, Annelisa Zaccheria e Graziella Pepe sono collaboratrici storiche di Antonio, così come Franco Visioli. Insieme contribuiscono a creare uno spazio molto bello, ma anche molto impegnativo, che l’attore disegna di scena in scena. Se però i costumi sono molto contemporanei, la lingua di Goldoni viene rispettata in toto: è una lingua fisica pensata per il corpo dell’attore”.

Ora la porta a Ravenna, dove lei sarà impegnata anche come docente del Corso di alta formazione a Malagola con un seminario dal titolo ‘La voce immaginaria’. La voce, per un attore, o un’attrice, è fondamentale: cosa dice, di noi ?

“Per me dice tutto, nel senso che la voce di un essere umano che si manifesta dice di questa creatura quello che vuole dire, ma anche quello che vorrebbe tacere. La voce è corpo intero di un essere umano, nell’attore è strumento fisico, denso, un elemento plasmabile sul quale lavorare e che può produrre cortocircuiti e scoperte. ‘La voce immaginaria’ è anche indicazione di un possibile percorso, perché l’immaginazione è un’arma creativa, forse l’arma creativa per eccellenza che abbiamo a disposizione e anche la vocalità entra in questa direzione”.

“Vi racconto la mia ribellione gentile”

LA STAGIONE DEI TEATRI 2023-2024

In occasione de Oliva Denaro, in scena  per La Stagione dei Teatri 2023/2024 da giovedì 22 a sabato 24 febbraio alle 21:00 e domenica 25 alle 15.30 al Teatro Alighieri, pubblichiamo una riflessione della protagonista Ambra Angiolini.

 

“Ho incontrato per la prima volta Oliva Denaro parecchio tempo fa, grazie al libro di Viola Ardone, che stava per essere pubblicato, conservo la copia unica che ho fatto solo recentemente firmare a Viola. Resto sempre quella che ‘non ci può credere’ e non per falsa umiltà, ma per consapevolezza della precarietà: finché c’è, voglio godermi tutti e poter chiedere anche gli autografi (rido seriamente).

La voglia di far conoscere questa storia è nata subito: leggi una pagina e dentro ci trovi tanto di quel posto che si chiama ‘coraggio’, che non vedi l’ora di prenderci la residenza. Quella volta però non è andata a buon fine la collaborazione, purtroppo stavo lottando per zittire delle chiacchiere sul mio privato… stavo comunque “lavorando” sul personaggio mio malgrado e nemmeno lo sapevo.
Il regista Giorgio Gallione ne acquista i diritti, qualche anno dopo, proprio lui con cui lavoro e torno sempre a casa, il primo folle che mi ha detto: ‘Ce la farai tu, con le tue risorse’ a partire dal mio battesimo teatrale con il monologo La misteriosa scomparsa di W di Stefano Benni. Così è nato questo progetto. Destino… nessuna magia, quella l’abbiamo messa tutta sul palco.

Oliva Denaro, ispirata alla vera storia di Franca Viola, racconta la storia di tante donne attraverso questa ragazza, che diventa una eroina grazie al valore del primo vero ‘no’. È ribelle e contraria ma con rispetto e gentilezza. La sua ribellione passa per il desiderio di conoscenza, per la sua curiosità. Oliva è un’eroina che come super potere ha anche quello di saper ascoltare gli altri. Quando non sa ascolta, quando non comprende chiede. E quando non le viene risposto… ‘io non sono favorevole’. È talmente bella da portare in scena questa piccola grande vita, che uno si sente meglio già solo a raccontarla, questa storia.

Ho lavorato insieme a Giorgio alla drammaturgia e gli sono grata per questo lavoro insieme perché non tutti i registi hanno voglia di aprirsi ad un confronto così bello e formativo. Amo molto il mio lavoro e amo scoprirlo come una matrioska in ogni suo aspetto. Abbiamo lavorato dal romanzo al testo teatrale cercando di preservarne la ricchezza e rispettandolo con attenzione e cura. Solo nel finale ho chiesto di poter inserire delle parole di Franca Viola tratte dalle sue interviste, sentivo il bisogno di una parte di verità legale.

Vado in ‘vacanza’ per tutta l’Italia fino al 21 aprile insieme ad Oliva: in questo momento le storie delle persone che con le loro scelte e il loro coraggio hanno cambiato il corso degli eventi anche per me, quelle che hanno tolto il prefisso negativo “in” dalla parola GIUSTIZIA… Mi piace farle vivere vicine”.

Antonio e Cleopatra, “una favola che però è più vera del vero”

LA STAGIONE DEI TEATRI 2023-2024

In occasione di Antonio e Cleopatra, in scena  per La Stagione dei Teatri 2023/2024 da giovedì 25 a sabato 27 gennaio alle 21:00 e domenica 28 alle 15:30 al Teatro Alighieri, Federica Ferruzzi ha intervistato Valter Malosti, attore e direttore di ERT / Teatro Nazionale.

Dopo il debutto a Modena, e dopo gli spettacoli a Bologna, Valter Malosti porta il teatro di Shakespeare a Ravenna: una versione sfoltita del 50%, rispetto al testo originale, che promette di portare tutta l’essenza di Shakespeare al grande pubblico.


Malosti, come diceva Calvino, “Un classico è un testo che non ha mai finito di dire quello che ha da dire”: cosa ci dicono, oggi, Antonio e Cleopatra? Cosa fa dire, a loro, la sua regia?

“Antonio e Cleopatra è un classico, ma è sconosciuto: in genere il pubblico ha nella mente la figura di Cleopatra, chi è pratico di storia romana conosce il periodo legato a Marco Antonio, a Cesare, ma nell’immaginario collettivo esiste solo la figura della protagonista (qui interpretata da Anna Della Rosa, ndr). Il testo è complesso e Shakespeare, per scriverlo, prende spunto da due libri: La vita di Antonio, scritta da Plutarco, ne Le vite parallele, e Iside e Osiride. Emerge quindi una sorta di figura mitologica che, come sottolinea Enobarbo, un personaggio praticamente sconosciuto in Italia, ‘anche i santi e i sacerdoti benedicono quando pecca di lussuria’. Cleopatra mette insieme sacro e profano e l’eros è l’elemento principe di tutto il testo: per il pubblico si tratta di una estrema storia d’amore, pazza e libera. Come dice Nadia Fusini, per Antonio l’incontro con Cleopatra rappresenta una sorta di scoperta di sé, perché attraverso lei diventa se stesso”.

Il pubblico come lo ha accolto?

“Si tratta di un testo apparentemente molto popolare: in queste prime uscite tra Modena e Bologna abbiamo registrato un largo riscontro, è piaciuto a tutte e a tutti. È un testo molto diretto, popolare, ma al suo interno ci sono tante correnti sotterranee”.

Lei stesso è in scena nei panni di Antonio: qual è il contributo che dà a questo personaggio?

“La figura principale è indubbiamente quella di Cleopatra e solitamente gli attori italiani sono i primi a non voler vestire i panni di Antonio, in quanto è ritenuto un personaggio ‘tinca’ perché, così come il pesce, non sa di molto. Invece io lo ritengo un buffone tragico, una figura che permette di rendere estremo il pensiero. L’aspetto metateatrale, nel testo, è molto evidente, al punto che Antonio e Cleopatra sembrano due attori di Bernard, che si rinfacciano le cose in scena. Shakespeare era avanti anni luce: per lui la relazione con il pubblico è diretta, racconta una favola che però è più vera del vero. La cosa buffa che ho scoperto è che, avendo lavorato molto su Sogno di una notte di mezza estate, ho trovato parecchie parti in comune. Quando Antonio si dispera, ad esempio, sembra quasi Bottom, nonostante in lui viva anche una parte di Oberon”.

Antonio e Cleopatra è un’opera è molto partecipata: come è riuscito a operare questa riduzione?

“È stato un adattamento hard, ho tagliato quasi il 50% del testo, non sarebbe stato possibile fare altrimenti, lo spettacolo sarebbe durato 5 ore. Ritengo abbia fatto bene, al testo, essere sfoltito. Una cosa che ho evitato è stata quella di creare dei doppi: ogni attore fa un solo ruolo, un aspetto che sicuramente rende più difficile l’adattamento. Ne emerge un’opera scabra, quasi scultorea, che semplifica ma non lede le caratteristiche del testo”.

Tecnicamente l’opera di Shakespeare è una tragedia, ma pare che qui i registri si incrocino con grande facilità…

“Assolutamente: Shakespeare scrive in totale libertà, a lui non interessa rientrare in un genere, il tutto sta insieme e si tiene miracolosamente. Non c’è, per forza, un significato esposto, è l’insieme delle cose a darci la somma del tutto”.

Ettore Bassi: “Il Teatro? Una costola della vita”

LA STAGIONE DEI TEATRI 2023-2024

 

In occasione di Trappola per topi, in scena  per La Stagione dei Teatri 2023/2024 da giovedì 11 gennaio a sabato 13 gennaio alle 21:00 e domenica 14 alle 15.30 al Teatro Alighieri, Federica Ferruzzi ha intervistato Ettore Bassi, attore e protagonista di questo nuovo debutto.

 

Volto televisivo degli anni ’90 – in molti ricorderanno il maresciallo Andrea Ferri, protagonista della serie tv Carabinieri – Ettore Bassi ha coltivato, in parallelo, la passione per il teatro che oggi lo porta a debuttare, a Ravenna, nello spettacolo Trappola per topi diretto da Giorgio Gallione.

Bassi, lei ha iniziato lavorando come attore e conduttore televisivo, frequentando anche il cinema. Quando ha incontrato il teatro?

In realtà è successo abbastanza presto: era il 1994, è stato un primo spettacolo con Enrico Maria Lamanna, poi due anni dopo ho debuttato con Uno sguardo dal ponte, insieme a Michele Placido, un vero debutto teatrale che ha aperto una strada soprattutto in me. Quella è stata la conferma che il teatro, pur avendo avuto un breve percorso di formazione teatrale, sarebbe dovuto essere presente nella mia strada.

Tra teatro, cinema e tv, chi vince?

Dipende dalla storia, dal tipo di avventura che viene proposta. Sono forme diverse di rappresentazione, anche dal punto di vista tecnico, ma tutte ugualmente affascinanti e complesse. La differenza la fa la storia, il personaggio da interpretare.

A proposito di personaggi, lei ne ha interpretati diversi: ce n’è uno che le è rimasto addosso?

Sono rimasto legato ad un personaggio che forse pochi ricordano, il pediatra Corrado Milani di Nati ieri, una serie tv a cui ho voluto molto bene, ma che è stata sfortunata non certo per ragioni di qualità. In quel contesto ho fatto tante ore di tirocinio in ospedale, nel reparto di Neonatologia. Poi non posso non citare la serie tv Chiara e Francesco, in cui ho indossato i panni di San Francesco, ma ricordo con affetto anche Giorgio Piromallo nella mini serie insieme a Beppe Fiorello, dove ho avuto la possibilità, non scontata, di giocare con il mio personaggio e di poter esprimere la mia creatività.

Oggi debutta a Ravenna con un classico di Agatha Christie: che rapporto ha con questa autrice?

Questa autrice mi ha sfiorato diverse volte, tra l’altro il traduttore della Christie in italia, Edoardo Erba, è un amico. Sono molto contento e curioso di confrontarmi con questo testo e con il mio personaggio, nell’ambito di una trama scritta da un caposaldo della letteratura gialla.

A Londra questo spettacolo va in scena all’Ambassador ininterrottamente da 70 anni, e ogni volta miete successi. Cosa lo rende attuale?

È lo stesso meccanismo che rende attuale Odissea e tutti i classici, come ad esempio Il Gattopardo. Queste opere sono eterne, riguardano tutti e sempre. Sono scritte con sapienza, attenzione e un’epica in grado di far immedesimare lo spettatore in ogni momento della vita.

Nel 2017 comincia a lavorare come insegnante in varie scuole di formazione per attori: come trova le nuove generazioni, quali sono, oggi, le aspirazioni di chi si approccia a questo mondo?

Sono aspirazioni di vario genere: spesso molte persone cavalcano l’onda dell’illusione, perché questo mondo viene rappresentato attraverso i media e i social come qualcosa che offre rapido successo ed esposizione anche con poche competenze. Molti aspiranti attori sono illusi, trovo che quasi tutti abbiano un distacco quasi totale con la consapevolezza di sé. Molti sono disabituati rispetto alla percezione del proprio corpo e del proprio sentire: non camminano, quindi cerco di compiere un percorso che li faccia partire dall’inizio molto più di quanto abbia fatto io anni fa. Per questo, spesso, cerco di disilluderli: quello che mi interessa è la formazione più profonda, quella che si sostanzia. La situazione è abbastanza preoccupante, anche se questo aspetto si coniuga ad un’enorme facilità di approccio rispetto a materie che entrano nella nostra quotidianità e di cui si parla tutti i giorni. Quello che serve è un luogo in cui rimettere in ordine le cose, ed è per questo che ho iniziato ad insegnare: il mio obiettivo non è formare attori, la recitazione è una costola della vita. Grazie al teatro si vive meglio perché ci si conosce meglio, si è più utili al mondo e a sé stessi.

Marco Baliani e la centralità dell’ascolto

LA STAGIONE DEI TEATRI 2023-2024

 

In occasione di Kohlhaas, in scena  per La Stagione dei Teatri 2023/2024 da giovedì 23 novembre a sabato 25 alle 21:00 e domenica 26 alle 15.30 al Teatro Alighieri, Federica Ferruzzi ha intervistato Marco Baliani, attore e regista.

Marco Baliani @Luca Deravignone

Marco Baliani è tante cose: un attore, un regista, uno scrittore. Alla base di tutto c’è una fine capacità di narrazione che lo ha reso, sul finire degli anni ’80, involontario pioniere del teatro di narrazione. Una vita spesa a raccontare, prima ai piccoli poi ai grandi, poi ad entrambi, con la convinzione, come diceva Italo Calvino, che “sta al narratore organizzare i passaggi obbligati per arrivare alla soluzione della storia, tenerli su uno sopra l’altro come i mattoni di un muro e usando per cemento l’arte sua”.

L’autore di Corpo di Stato sarà ospite de La Stagione dei Teatri con due spettacoli – Kohlhaas e Una notte sbagliata (che si aggiungono a Frollo, contenuto nella Stagione Famiglie e Scuole) – accomunati dal tema del sopruso e del diritto violato.

“A me piace affrontare temi che riguardano il passato prossimo – osserva Baliani – ma non dal punto di vista del teatro civile: non voglio dare una spiegazione di come sono andate le cose, non mi piace l’intervento didascalico, tantomeno didattico, perché credo che il teatro abbia bisogno di conflitti. Se ci si pone dal punto di vista del cronista, allora questo lo sanno fare meglio i vari Travaglio, Iacona, che, infatti, riempiono i teatri. Con Corpo di Stato non volevo raccontare la vicenda di Aldo Moro, ma cosa è successo a me in quei cinquantacinque giorni. Sono stato spietatamente sincero, non volevo dare un giudizio storico, così come con Una notte sbagliata non volevo riferirmi direttamente alla vicenda di Cucchi, ma volevo analizzare la violenza sull’inerme. La mia è una domanda esistenziale, non politica. Non volevo trattare il fatto di cronaca, ma mi interessava fornire i diversi punti di vista di chi partecipa alla vicenda: per questo prima divento l’inerme, poi i poliziotti, poi il cane che assiste alla scena. Questo per dire che la realtà è più complicata di come appare. A me piace quando il pubblico va via inquieto, col ‘magone’. Non mi interessa suscitare indignazione, perché questo sentimento assolve colui che lo prova e serve solo a mettere la coscienza a posto. Quando il teatro civile fa questo, non pone domande, semplicemente espone un giudizio”.

Come nasce il teatro di narrazione?

“Teatro di narrazione è un’etichetta inventata dai critici Ugo Ronfani e Renato Palazzi, che vennero a vedere Kohlhaas, primo esempio di questo genere, nel 1989. In realtà lo spettacolo nasce due anni prima per le scuole, nell’ ‘87. La domanda da cui scaturisce è: ‘Come ci si comporta davanti ad un’ingiustizia subita?’, ovvero una delle tante domande che hanno a che fare con la complessità della nostra vita, che è fatta di luci e ombre. Amo le fiabe perché ci dimostrano che la vita è complessa e complicata, il protagonista non sa mai che pesci prendere, detto questo non avrei mai pensato di creare un genere. Da quella volta, tutti quelli che lavorano sulla dimensione dell’attore che, da solo, racconta una storia, vengono iscritti in questo filone, che nel tempo è diventato gigantesco e contempla anche cattedre all’Università. Forse ho solo dato inizio a qualcosa che era già nella società, semplicemente l’orecchio è stato rimesso al centro”.

Lei ha iniziato la sua attività lavorando con i ragazzi: com’è, oggi, il dialogo con le giovani generazioni?

“È un dialogo difficilissimo: poveri, quegli insegnanti, che hanno a che fare con nuove tribù di giovani. Oggi parte del sapere arriva dai social e non sappiamo ancora cosa produrranno questi strumenti; resta il fatto che, tramite un cellulare, passa un’ingente quantità di informazioni molto superficiale. Sono informazioni liquide, che però in un modo o nell’altro producono sapere e non possiamo fare finta che non sia così. Dovremmo iniziare a mettere al centro i sentimenti piuttosto che il logos. Prima, quando si studiavano gli Assiri, ci voleva tempo per ricercare le informazioni, ora è tutto immediatamente disponibile su Wikipedia. A questo punto la scuola si dovrebbe occupare del tempo residuo, del tempo che si risparmia nel non dover condurre la ricerca. I social non vanno demonizzati, credo che occorra barcamenarsi tra il futuro che ci attende e il passato che abbiamo. Non dimentichiamoci che il racconto ha cementato dai primordi il consesso umano e che quindi tutto è ancora possibile. Quando porto in scena lo spettacolo Frollo, i ragazzi stanno a bocca aperta dall’inizio alla fine, dimostrando che la voglia di ascoltare è insita nel nostro dna”. 

Per Rai Radio 3 insieme a suo figlio Mirto sta portando avanti il progetto l’Italia è una favola, in cui ad ogni regione viene associata, appunto, una fiaba. Quale ha scelto per l’Emilia-Romagna?

“Ho scelto La regina dello stagno, una fiaba bolognese che parla di animali. Ogni favola, e sono ovviamente venti, ha una caratteristica diversa: questa è governata da un’animalità totale e racconta di una regina immersa in uno stagno che ne uscirà grazie all’impegno del protagonista Sandrino. L’Italia è una favola è un progetto dedicato a Italo Calvino, sono fiabe rivisitate da me, con Mirto (suo figlio ndr) che si occupa delle musiche e, in appendice ad ogni puntata, c’è un dialogo con l’antropologo Marino Niola. È un lungo lavoro che mi riporta alle origini, a quando ho iniziato a raccontare fiabe ai bambini”. 

Oggi abita a Ravenna: cosa le piace di questa città?

“Abito a Ravenna da poco prima dell’alluvione, sono stato ‘battezzato’ da questo terribile evento. Ho vissuto tanti anni a Roma, poi a Parma e infine a Ravenna e sono dell’idea che non si possa vivere in posti brutti. Ho trascorso l’adolescenza ad Acilia, una borgata romana da cui sono riuscito a scappare grazie ai libri, alle letture, che mi hanno rivelato altre possibilità di vita. Ravenna è meravigliosa, mi piace la sua urbanistica, l’idea che dal centro, spostandosi verso la periferia, si incontrino case basse e non palazzoni”.

Dopo il primo dei tre spettacoli in Stagione, Kohlhaas, lunedì 27, alle 15.30, proporrà una lezione aperta al pubblico, di cosa si tratta?

“Sarà uno smontaggio drammaturgico dell’opera: ne racconterò la struttura ritmica, sarà una lezione di teatro per gli spettatori che lo hanno visto, ma soprattutto per tutti coloro che amano il teatro. L’ho fatto pochissime volte, da quando abbiamo creato lo spettacolo, ma è sempre una bellissima forma di trasmissione”.

Presentata “La Stagione dei Teatri 2023-2024”

Il 2 novembre si apre ufficialmente La Stagione dei Teatri 2023/2024

 

Un prologo composto da quattro appuntamenti coprirà l’intero mese di ottobre; da quello successivo l’inaugurazione di una stagione ricca, che propone classici rivisitati da registi di fama e spettacoli ispirati a testi che nascono da generi letterari diversi tra loro

L’autunno porta con sè la voglia di tornare in teatro e La Stagione dei Teatri è pronta con nuovi titoli e nuove suggestioni. Organizzato da Ravenna Teatro – centro di produzione teatrale riconosciuto dal Ministero della Cultura quale primo centro in Italia per qualità artistica – insieme al Comune di Ravenna, il cartellone della nuova stagione offre classici rivisitati da registi di fama e spettacoli ispirati a testi che nascono da generi letterari diversi; brani che aprono a profonde riflessioni sull’oggi e che pongono interrogativi mai risolti. Come di consueto, saranno i due teatri della città, Teatro Rasi e Teatro Alighieri, ad accogliere la Stagione che si articolerà tra novembre e aprile.

LE PRESENTAZIONI ITINERANTI

Come lo scorso anno, continuano le presentazioni itineranti: studi professionali, dipartimenti universitari, sedi di associazioni, scuole, case di privati e centri di aggregazione dal cuore della città alla periferia ospiteranno, fino a fine ottobre, il racconto degli spettacoli in cartellone (clicca qui per il calendario aggiornato).

IL PROLOGO A OTTOBRE

Novità di quest’anno sarà un prologo che occuperà l’intero mese di ottobre con quattro appuntamenti al Teatro Rasi che vedranno protagonisti le Albe con Laura Redaelli (2-8 ottobre) e il suo omaggio in forma di studio alla poeta Antonia Pozzi, Per troppa luce; VajontS 23, ideato da Marco Paolini con il contributo di Marco Martinelli, che andrà in scena in oltre centro teatri italiani in simultanea lunedì 9 ottobre (a Ravenna l’appuntamento sarà al Rasi alle 21:00 e sarà diretto dallo stesso Martinelli); Fiorenza Menni, martedì 24 ottobre, con Leggere Franco Quadri e Occam Océan con Silvia Tarozzi e Enrico Malatesta venerdì 27 ottobre in stretta relazione al percorso intrapreso da Malagola.

LA STAGIONE

Fino al 25 ottobre sarà possibile abbonarsi alla Stagione: l’abbonamento prevede sei spettacoli fissi e due a scelta.

I sei spettacoli fissi, programmati al Teatro Alighieri, sono: Uomo e galantuomo, primo testo in tre atti di Eduardo De Filippo, scritto a soli ventidue anni, interpretato da Geppy Gleijeses, allievo del Maestro e da lui autorizzato a portare in scena le sue opere; Kohlhaas, in cui Marco Baliani racconta la storia di un sopruso che, non risolto attraverso le vie del diritto, alimenta una spirale di violenze sempre più incontrollabili in nome di un ideale di giustizia naturale e terrena; Trappola per topi, un classico della letteratura teatrale, scritto dalla regina del giallo per antonomasia, Agata Christie, viene portato in scena attraverso una rilettura di cui è protagonista l’attore Ettore Bassi; Anna Della Rosa e Valter Malosti vestiranno invece i panni dei due straripanti protagonisti della grande tragedia scritta da William Shakespeare tra il 1607 e il 1608, Antonio e Cleopatra. Nata dalla penna, insieme forte e delicata, di Viola Ardone, Oliva Denaro è la protagonista che dà il nome al libro da cui nasce lo spettacolo e che vede sul palco Ambra Angiolini; La Locandiera, di Antonio Latella con Sonia Bergamasco, porrà infine l’accento sulla straordinaria attualità del primo testo italiano in cui è protagonista una donna.

Nella rosa dei titoli che compongono gli spettacoli a scelta, compaiono invece Alessandro. Un canto per la vita e le opere di Alessandro Leogrande, omaggio del Teatro Koreja allo scrittore e giornalista tarantino impegnato nella difesa dei diritti dei migranti e nelle battaglie in favore degli ultimi della Terra; la trilogia del Teatro delle Albe che rende omaggio ai maestri di Marco Martinelli e Ermanna Montanari: Pasolinacci e Pasolini, quattro movimenti di ascolto; A te come te. Scritti giornalistici di Giovanni Testori e 5 fotogrammi per Bernardo Bertolucci. La buca è invece il titolo del nuovo spettacolo di Nerval Teatro – realtà orientata a indagare il ruolo sociale e relazionale dell’arte – ispirato all’opera di Samuel Beckett, mentre Étoile è frutto dell’incontro tra una drammaturga in grado di abbandonare le parole e agire sui gesti (Rita Frongia), e un attore capace nel mettere in campo la sua storia e il suo sapere tecnico attraverso il corpo (Stefano Vercelli).Terzo Reich di Romeo Castellucci / Societas  è un’installazione audiovisiva basata sulla rappresentazione spettrale di tutti i nomi. I sostantivi del vocabolario italiano vengono proiettati a uno a uno con una velocità commisurata alla capacità retinica di trattenere una parola che appare nel baleno di un ventesimo di secondo. La Faglia è il racconto dell’ostinazione di due uomini deputati a tappare i buchi di un mondo in declino nato dalla penna dell’autrice francese Adèle Gascuel che, con ironia, ripercorre la logica di pensiero dell’Occidente moderno. In 7 contro Tebe la tragedia di Eschilo viene rivisitata da I sacchi di sabbia in chiave comica miscelando alto e basso senza soluzione di continuità. Marco Baliani torna come protagonista di Una notte sbagliata, titolo che pone una profonda riflessione sull’abuso di potere anche in rapporto alla vicenda legata a Stefano Cucchi, mentre in Barabba la regista Teresa Ludovico porta alla ribalta un testo inedito del 2010 di Antonio Tarantino, che spaziano dal sacro al profano. Divertenti e terribili, anarchici e surreali, Flavia Mastrella e Antonio Rezza giocheranno alla vita come in un ideogramma nello spettacolo 7-14-21-28, “in cui volumi triangolari diretti verso l’alto coesistono con linee orizzontali, ma in verticale si muove solo l’uomo”. Il figlio della tempesta. Musiche, parole e immagini dalla Fortezza è la nuova edizione del concerto-spettacolo diretto da Armando Punzo e dedicato alla Compagnia di detenuti-attori, fondata dal regista napoletano nel 1988 all’interno del carcere di Volterra. In Balasso fa Ruzante Natalino Balasso propone una comicità vitale, ma allo stesso tempo amara, pervasa da un dirompente realismo espressivo. Un mondo di villani dove la peste va e viene e dove il tragico e il comico si fondono in maniera inscindibile. Con Sole e Baleno  il racconto si ispira, in modo libero, ad una storia realmente accaduta in Italia negli anni Novanta del ‘900, quella di due giovani uniti da un amore assoluto – e dal loro idealismo – che si scontrano con una società che prima reprime e uccide, poi riflette. L’artista sonora e musicista Agnese Banti sarà protagonista di Speaking Cables, dispositivo coreografico per voce, cavi e altoparlanti con cui porterà in scena la propria voce per scucire e ricucire lo spazio attraverso il suono spazializzato che si svela sulla scena. In Le vacanze Alessandro Berti racconta invece di un mondo appena futuro, in cui due adolescenti, dopo l’esame di maturità, si interrogano sui cambiamenti climatici. Con Diario di Pinocchio 20202065 Roberto Corradino propone infine un’iniziazione collettiva di cui il pubblico diventa inconsapevole protagonista e testimone. Una cerimonia genealogica che prova a raccontare la biografia culturale, il modello identitario, la storia personale della nostra nazione sullo sfondo della Grande Storia.

A completare l’offerta, due eventi speciali: Edipo. Una fiaba di magia, di Chiara Guidi, co-fondatrice della Socìetas Raffaello Sanzio, oggi Socìetas, che da anni elabora una specifica concezione di teatro infantile e che sarà in scena giovedì 11 aprile al Teatro Rasi, e Santa Giovanna dei Macelli, di Teatro Nazionale e ErosAntEros, evento speciale in collaborazione con POLIS Teatro Festival in programma all’Alighieri il 24 aprile.

“Abbiamo la necessità – sottolineano Marcella Nonni e Alessandro Argnani, co-direttori di Ravenna Teatro – di tornare all’ascolto e di metterci in connessione con chi ci ha preceduto e con chi, oggi, ha cose da dire. Questa Stagione si sviluppa tra pilastri della tradizione, come Eschilo e De Filippo, e giovani autrici contemporanee, come Adele Gasquel e Viola Ardone, e si sofferma su temi fortemente attuali, quali i mutamenti climatici e ambientali”.

“Si torna a teatro – osserva l’assessore alla Cultura del Comune di Ravenna, Fabio Sbaraglia – grazie al sapiente lavoro e alla contagiosa passione con cui Ravenna Teatro, negli anni, ha saputo radicare i linguaggi teatrali nella vita quotidiana della nostra città. In virtù di questo lungo lavoro di semina – che si è nutrito di incontri, di laboratori della non-scuola, di Chiamate Pubbliche e di confronti serrati – i luoghi di spettacolo sono diventati spazio pubblico nel senso più alto del termine. Spazi di condivisione e di crescita in cui ritrovare compagnie e artisti, ormai diventati familiari, insieme a nuove proposte filtrate dall’esperienza di una direzione artistica sempre alla ricerca di stimoli nuovi. Incontri che si trasformano in strumenti di lettura del presente e che ci proiettano in un futuro sempre più prossimo anche grazie alla scelta di temi quali i grandi mutamenti climatici e ambientali. E rimanendo in tema di ambiente – conclude l’assessore – anche quest’anno prosegue un’opportunità preziosa sotto molteplici aspetti, ovvero la possibilità, per abbonati e abbonate, di poter usufruire di un servizio di trasporto gratuito verso il teatro con successivo rientro. Una modalità che rappresenta un unicum sul nostro territorio, occasione utile per adolescenti e anziani”.

IN VIAGGIO VERSO IL TEATRO

Anche quest’anno Ravenna Teatro torna ad offrire ai residenti delle Circoscrizioni Nord e Sud del comune di Ravenna e a quelli del comune di Alfonsine l’opportunità di recarsi a teatro usufruendo di un servizio di trasporto gratuito. Si tratta di un servizio molto caro al pubblico di ogni età, dai giovani agli anziani, che permette di spostarsi gratuitamente in orario serale e di essere riaccompagnati al termine dello spettacolo (abbonamento più servizio di trasporto 146 euro / under 26 50 euro).
Grande attenzione continua infine ad essere riservata anche a chi ha meno di 26 anni, che potrà usufruire di abbonamenti a prezzi popolari.

CONCORSO PER LE SCUOLE

Dopo il successo dello scorso anno, tornerà il consueto concorso rivolto alle scuole. La proposta è quella di recensire uno o più spettacoli in calendario attraverso linguaggi congeniali ad alunni e alunne (dalla creazione di un testo scritto alla realizzazione di un video). Una giuria qualificata assegnerà il primo premio alla classe vincitrice, che avrà la possibilità di partecipare ad un viaggio alla scoperta di realtà italiane che presentano percorsi simili a quelli di Ravenna Teatro. Questo aspetto si legherà al progetto In viaggio con Ravenna Teatro – progetto alla scoperta di realtà che condividono valori simili a quelli di questo centro di produzione – e che quest’anno porterà a visitare Pompei, nell’ambito del progetto dedicato ad Aristofane dal titolo Sogno di volare prodotto da Ravenna Festival, Parco Archeologico di Pompei e diretto da Marco Martinelli.

IL TEATRO FA CENTRO

Anche quest’anno prosegue l’iniziativa Il teatro fa centro, nata dalla collaborazione con Reclam – editore della rivista Palcoscenico e del settimanale Ravenna&Dintorni – per creare una serie di momenti di scambio e confronto con il teatro, ma fuori dal teatro. In occasione di diversi spettacoli della Stagione, alcuni negozi del centro ospiteranno incontri di approfondimento con i condirettori di Ravenna Teatro, Alessandro Argnani e Marcella Nonni, e alcuni protagonisti della Stagione. Bar, caffè, negozi, ristoranti trovano così un nuovo modo per interpretare la loro vocazione originaria di luoghi di svago, ma anche di promozione della cultura, del pensiero, del progresso di un’intera comunità. Lo scorso anno sono stati protagonisti Marchegiani Arte Orafa di Maria Marchegiani in via Matteotti 11, dove sono intervenuti gli attori Giacomo Poretti e Daniela Cristofori, Forlini Optical di Gianni Forlini, in via Cairoli 17/A, dove è stato presente l’attore Claudio Casadio, Vittoria Grassi Parrucchieri, in via Mazzini 37, con Chiara Lagani, e il Mercato Coperto di Ravenna, in piazza Andrea Costa 6, dove hanno portato la loro testimonianza Luigi Dadina e Davide Reviati.

COLLABORAZIONI

La rassegna è organizzata con il supporto di Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna, Comune di Ravenna, Coop Alleanza 3.0, Fondazione del Monte di Bologna e di Ravenna, Assicoop Unipol Sai, Cna, Reclam, Bcc Ravennate, Forlivese e Imolese.
Media Partner: Il Resto del Carlino, Corriere Romagna, Ravenna Notizie, Setteserequi, Ravenna Web Tv, Pubblisole, Ravenna24ore, Ravenna e Dintorni.

Numerose le collaborazioni che proseguono anche quest’anno su fronti diversi: nell’ambito della formazione si rinsalda il rapporto con Fondazione Flaminia e crescono i progetti costruiti insieme al MAR, museo d’arte della città di Ravenna, all’istituto superiore di studi musicali Giuseppe Verdi e all’Accademia di Belle Arti di Ravenna. Sempre in ambito cittadino continuano le collaborazioni con associazioni di categoria e di volontariato, come nel caso di Avis, e con realtà private quali ad esempio Fondazione Sabe o il ristorante Il Passatore.
Si ringraziano inoltre Cometa, Nuova OLP e Romagna Acque.

BIGLIETTERIA

Platea e palco I, II e III ordine Teatro Alighieri, I settore Teatro Rasi
intero 165 € | ridotto* 146 € | under26 50 €
Ti presento i miei (under20+genitore) 167 €

Galleria e palco IV ordine Teatro Alighieri, II settore Teatro Rasi
intero 113 € | ridotto* 103 € | under26 40 €
Ti presento i miei (under20+genitore) 122 €

Loggione Teatro Alighieri, II settore Teatro Rasi
intero 55 € | under26 38 €

BIGLIETTI

I biglietti saranno in vendita da sabato 28 ottobre presso la biglietteria del Teatro Alighieri; telefonicamente con carta di credito o Satispay; su ravennateatro.com; presso le agenzie de La Cassa di Ravenna Spa e Iat Ravenna. Il servizio di prevendita comporta la maggiorazione del 10% sul prezzo del biglietto. I biglietti per gli spettacoli inseriti in Prologo e in Eventi speciali sono in vendita dal 18 settembre. Prezzi e modalità di acquisto su ravennateatro.com

Teatro Alighieri
Platea e palco I, II e III ordine
intero 26 € | ridotto* 22 € | under26 10 €

Galleria e palco IV ordine
intero 18 € | ridotto* 16 € | under26 10 €

Loggione
intero 9,00 € | under26 6 €

Per Oliva Denaro
Platea e palco I, II e III ordine
ingresso unico 40 €

Galleria e palco IV ordine
ingresso unico 35 €

Loggione
ingresso unico 20 €

Teatro Rasi
Settore unico
intero 18 € | ridotto* 16 € | under26 10 €

*Cral aziendali, gruppi organizzati, docenti, oltre i 65 anni, TCI Touring Club Italiano, soci Coop Adriatica, Esp Club Card, soci Credito Cooperativo, Arci, Ali Intesa Sanpaolo, Avis, Amici di RavennAntica, soci Capit, Assicoop, Cna, Coldiretti, Confcooperative, Legacoop, Stadera, Unipol e Euro Company.
Tutte le informazioni sui vantaggi e le promozioni per gli abbonati, Cral aziendali, gruppi organizzati e gruppi scolastici, Ti presento i miei e il servizio di trasporto gratuito per gli spettatori del forese e di Alfonsine sono pubblicate su ravennateatro.com

LUOGHI E ORARI BIGLIETTERIE

Teatro Alighieri via Mariani 2 Ravenna tel. 0544 249244 aperta tutti i feriali dalle 10:00 alle 13:00, giovedì anche dalle 16:00 alle 18:00 e da un’ora prima di ogni evento.
Teatro Rasi via di Roma 39 Ravenna tel. 0544 30227 aperta il giovedì dalle 16:00 alle 18:00 e da un’ora prima di ogni evento.

INFORMAZIONI E CONTATTI

Ravenna Teatro | Centro di Produzione Teatrale 
via di Roma 39 Ravenna
Uffici aperti al pubblico da lunedì a venerdì dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 18:00 tel. 0544 36239
info@ravennateatro.com
biglietteria@ravennateatro.com

CAMPAGNA ABBONAMENTI “La Stagione dei Teatri 2023-2024”

Si apre, a partire da venerdì 21 luglio, la campagna abbonamenti de La Stagione dei Teatri 23/24 organizzata da Ravenna Teatro – centro di produzione teatrale riconosciuto dal Ministero della Cultura quale primo centro in Italia per qualità artistica – insieme al Comune di Ravenna.
Come di consueto, saranno i due teatri della città, Rasi e Alighieri, ad accogliere La Stagione tra novembre e aprile.
La formula prevede sei titoli fissi e due a scelta, per un totale di diciassette appuntamenti.
Un cartellone che offre classici rivisitati da maestri della scena e spettacoli ispirati a testi che nascono da generi letterari diversi; brani che aprono a profonde riflessioni sull’oggi e che pongono interrogativi mai risolti.

Da venerdì 21 luglio sarà possibile sottoscrivere l’abbonamento alla stagione teatrale creando un proprio percorso di partecipazione: chi lo farà entro il 5 agosto potrà inoltre usufruire di tariffe scontate e posti migliori per gli spettacoli a scelta.

I sei spettacoli fissi, programmati al Teatro Alighieri, sono: Uomo e galantuomo, primo testo in tre atti di Eduardo De Filippo, scritto a soli ventidue anni, interpretato da Geppy Gleijeses, allievo del Maestro e da lui autorizzato a portare in scena le sue opere; Kohlhaas, in cui Marco Baliani racconta la storia di un sopruso che, non risolto attraverso le vie del diritto, alimenta una spirale di violenze sempre più incontrollabili in nome di un ideale di giustizia naturale e terrena; Trappola per topi, un classico della letteratura teatrale, scritto dalla regina del giallo per antonomasia, Agata Christie, viene portato in scena attraverso una rilettura di cui è protagonista l’attore Ettore Bassi; Anna Della Rosa e Valter Malosti vestiranno invece i panni dei due straripanti protagonisti della grande tragedia scritta da William Shakespeare tra il 1607 e il 1608, Antonio e Cleopatra. Nata dalla penna, insieme forte e delicata, di Viola Ardone, Oliva Denaro è la protagonista che dà il nome al libro da cui nasce lo spettacolo e che vede sul palco Ambra Angiolini; La Locandiera, di Antonio Latella con Sonia Bergamasco, porrà infine l’accento sulla straordinaria attualità del primo testo italiano in cui è protagonista una donna.

Nella rosa dei titoli che compongono gli spettacoli a scelta, compaiono invece Alessandro. Un canto per la vita e le opere di Alessandro Leogrande, omaggio del Teatro Koreja allo scrittore e giornalista tarantino impegnato nella difesa dei diritti dei migranti e nelle battaglie in favore degli ultimi della Terra; la trilogia del Teatro delle Albe che rende omaggio ai maestri di Marco Martinelli e Ermanna Montanari: Pasolinacci e Pasolini, quattro movimenti di ascolto; A te come te. Scritti giornalistici di Giovanni Testori e 5 fotogrammi per Bernardo Bertolucci. La buca è invece il titolo del nuovo spettacolo di Nerval Teatro – realtà orientata a indagare il ruolo sociale e relazionale dell’arte – ispirato all’opera di Samuel Beckett, mentre Étoile è frutto dell’incontro tra una drammaturga in grado di abbandonare le parole e agire sui gesti (Rita Frongia), e un attore capace nel mettere in campo la sua storia e il suo sapere tecnico attraverso il corpo (Stefano Vercelli).Terzo Reich di Romeo Castellucci / Societas  è un’installazione audiovisiva basata sulla rappresentazione spettrale di tutti i nomi. I sostantivi del vocabolario italiano vengono proiettati a uno a uno con una velocità commisurata alla capacità retinica di trattenere una parola che appare nel baleno di un ventesimo di secondo. La Faglia è il racconto dell’ostinazione di due uomini deputati a tappare i buchi di un mondo in declino nato dalla penna dell’autrice francese Adèle Gascuel che, con ironia, ripercorre la logica di pensiero dell’Occidente moderno. In 7 contro Tebe la tragedia di Eschilo viene rivisitata da I sacchi di sabbia in chiave comica miscelando alto e basso senza soluzione di continuità. Marco Baliani torna come protagonista di Una notte sbagliata, titolo che pone una profonda riflessione sull’abuso di potere anche in rapporto alla vicenda legata a Stefano Cucchi, mentre in Barabba la regista Teresa Ludovico porta alla ribalta un testo inedito del 2010 di Antonio Tarantino, che spaziano dal sacro al profano. Divertenti e terribili, anarchici e surreali, Flavia Mastrella e Antonio Rezza giocheranno alla vita come in un ideogramma nello spettacolo 7-14-21-28, “in cui volumi triangolari diretti verso l’alto coesistono con linee orizzontali, ma in verticale si muove solo l’uomo”. Il figlio della tempesta. Musiche, parole e immagini dalla Fortezza è la nuova edizione del concerto-spettacolo diretto da Armando Punzo e dedicato alla Compagnia di detenuti-attori, fondata dal regista napoletano nel 1988 all’interno del carcere di Volterra. In Balasso fa Ruzante Natalino Balasso propone una comicità vitale, ma allo stesso tempo amara, pervasa da un dirompente realismo espressivo. Un mondo di villani dove la peste va e viene e dove il tragico e il comico si fondono in maniera inscindibile. Con Sole e Baleno  il racconto si ispira, in modo libero, ad una storia realmente accaduta in Italia negli anni Novanta del ‘900, quella di due giovani uniti da un amore assoluto – e dal loro idealismo – che si scontrano con una società che prima reprime e uccide, poi riflette. L’artista sonora e musicista Agnese Banti sarà protagonista di Speaking Cables, dispositivo coreografico per voce, cavi e altoparlanti con cui porterà in scena la propria voce per scucire e ricucire lo spazio attraverso il suono spazializzato che si svela sulla scena. In Le vacanze Alessandro Berti racconta invece di un mondo appena futuro, in cui due adolescenti, dopo l’esame di maturità, si interrogano sui cambiamenti climatici. Con Diario di Pinocchio 20202065 Roberto Corradino propone infine un’iniziazione collettiva di cui il pubblico diventa inconsapevole protagonista e testimone. Una cerimonia genealogica che prova a raccontare la biografia culturale, il modello identitario, la storia personale della nostra nazione sullo sfondo della Grande Storia.

La Stagione è completata da un prologo composto da quattro appuntamenti che si susseguiranno nel mese di ottobre e da due eventi speciali: questi sei eventi sono tutti esclusi dall’abbonamento.

Anche quest’anno Ravenna Teatro torna ad offrire ai residenti delle Circoscrizioni Nord e Sud del comune di Ravenna e ai residenti di quelli di Alfonsine l’opportunità di recarsi a teatro usufruendo di un servizio di trasporto gratuito. Abbonamento più navetta 146 euro / under 26 50 euro.

Grande attenzione continua infine ad essere riservata anche a chi ha meno di 26 anni, che potrà usufruire di abbonamenti a prezzi popolari.

 

INFORMAZIONI E CONTATTI

Ravenna Teatro | Centro di Produzione Teatrale
via di Roma 39 Ravenna
Uffici aperti al pubblico da lunedì a venerdì dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 18:00
tel. 0544 36239,
info@ravennateatro.com
biglietteria@ravennateatro.com

La rassegna è organizzata con il supporto del Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna, Comune di Ravenna, Coop Alleanza 3.0, Fondazione del Monte di Bologna e di Ravenna, Assicoop Unipol Sai, Cna, Reclam, Bcc Ravennate, Forlivese e Imolese.

Media Partner: Il Resto del Carlino, Corriere Romagna, Ravenna Notizie, Setteserequi, Ravenna Web Tv, Pubblisole, Ravenna24ore, Ravenna e Dintorni.

TITOLI FISSI

giovedì 2, venerdì 3, sabato 4 novembre ore 21:00
domenica 5 novembre ore 15:30 Teatro Alighieri
Geppy Gleijeses, Lorenzo Gleijeses, Ernesto Mahieux

UOMO E GALANTUOMO

di Eduardo De Filippo

di Eduardo De Filippo • con Geppy Gleijeses, Lorenzo Gleijeses, Ernesto Mahieux, Antonella Cioli, Ciro Capano, Gino Curcione, Roberta Lucca, Gregorio Maria De Paola, Irene Grasso, Salvatore Felaco • regia Armando Pugliese • produzione Gitiesse produzione Artisti Riuniti, Teatro Nazionale della Toscana

giovedì 23, venerdì 24, sabato 25 novembre ore 21:00
domenica 26 novembre ore 15:30 Teatro Alighieri
Marco Baliani

Kohlhaas

di Marco Baliani e Remo Rostagno

di Marco Baliani e Remo Rostagno tratto dall’opera “Michael Kohlhaas” di Heinrich von Kleist • attore narrante Marco Baliani • regia Maria Maglietta • produzione Trickster Teatro / Casa degli Alfieri

giovedì 11, venerdì 12, sabato 13 gennaio ore 21:00
domenica 14 gennaio ore 15:30 Teatro Alighieri
Ettore Bassi

Trappola per topi

di Agatha Christie

di Agatha Christie • traduzione e adattamento Edoardo Erba • con Ettore Bassi, Claudia Campagnola, Dario Merlini, Stefano Annoni, Maria Lauria, Marco Casazza, Tommaso Cardarelli, Raffaella Anzalone • regia Giorgio Gallione • produzione La Pirandelliana Srl

giovedì 25, venerdì 26, sabato 27 gennaio ore 21:00
domenica 28 gennaio ore 15:30 Teatro Alighieri
Anna Della Rosa, Valter Malosti

Antonio e Cleopatra

di William Shakespeare

di William Shakespeare • con Anna Della Rosa, Valter Malosti e cast in via di definizione • regia Valter Malosti • produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Stabile di Torino -Teatro Nazionale, LAC Lugano Arte e Cultura

giovedì 22, venerdì 23, sabato 24 febbraio ore 21:00
domenica 25 febbraio ore 15:30 Teatro Alighieri
Ambra Angiolini

Oliva Denaro

all’omonimo romanzo di Viola Ardone

dall’omonimo romanzo di Viola Ardone • con Ambra Angiolini • drammaturgia e regia Giorgio Gallione • produzione Agidi, Goldenart Production

giovedì 7, venerdì 8, sabato 9 marzo ore 21:00
domenica 10 marzo ore 15:30 Teatro Alighieri
Sonia Bergamasco

La Locandiera

di Carlo Goldoni

di Carlo Goldoni • regia Antonio Latella • con Sonia Bergamasco, Marta Cortellazzo Wiel, Ludovico Fededegni, Giovanni Franzoni, Francesco Manetti, Gabriele Pestilli, Marta Pizzigallo, Valentino Villa • dramaturg Linda Dalisi • scene Annelisa Zaccheria • produzione Teatro Stabile dell’Umbria

TITOLI A SCELTA

sabato 18 novembre ore 21:00 Teatro Rasi
Teatro Koreja

Alessandro. Un canto per la vita e le opere di Alessandro Leogrande

di Gianluigi Gherzi e Fabrizio Saccomanno • con Fabrizio Saccomanno, Barbara Petti, Emanuela Pisicchio, Maria Rosaria Ponzetta, Andjelka Vulic • regia Fabrizio Saccomanno • cura del progetto e consulenza artistica Salvatore Tramacere • coproduzione Teatro Koreja, Ura Teatro

martedì 28 novembre ore 21:00 Teatro Rasi
Marco Martinelli, Ermanna Montanari \ Teatro delle Albe

Pasolinacci e Pasolini. Quattro Movimenti di ascolto

di e con Marco Martinelli e Ermanna Montanari • musica dal vivo Daniele Roccato • regia del suono Marco Olivieri • produzione Teatro delle Albe / Ravenna Teatro

giovedì 30 novembre ore 21:00 Teatro Rasi
Marco Martinelli, Ermanna Montanari \ Teatro delle Albe

A te come te. Scritti giornalistici di Giovanni Testori

ideazione e regia Ermanna Montanari e Marco Martinelli • voce Ermanna Montanari • canto Serena Abrami • regia del suono Marco Olivieri • produzione Teatro delle Albe/Ravenna Teatro, Teatro de Gli Incamminati

sabato 2 dicembre ore 21:00, domenica 3 dicembre ore 15:30 Teatro Rasi
Marco Martinelli, Ermanna Montanari \ Teatro delle Albe

5 fotogrammi per Bernardo Bertolucci

di Ermanna Montanari e Marco Martinelli • con Ermanna Montanari • sound design Marco Olivieri • produzione “La Milanesiana” ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi

martedì 5, mercoledì 6, giovedì 7 dicembre ore 21:00 Teatro Rasi
Nerval Teatro

La buca

di Maurizio Lupinelli e Elisa Pol • con Carlo De Leonardo • regia Maurizio Lupinelli • costumi Elisa Pol • audio descrizioni poetiche Giuseppe Comuniello e Camilla Guarino • produzione Nerval Teatro con il sostegno di MIC Ministero della Cultura (bando Accessibilità)

giovedì 7 dicembre ore 20:00 Teatro Rasi
Drama Teatro

Étoile

con Stefano Vercelli • creazione Vercelli / Frongia • drammaturgia Rita Frongia • disegno luci Luca Serrani • assistenza tecnica Daniele Ferri • produzione Artisti Drama con la collaborazione di Fondazione Armunia

venerdì 15 dicembre ore 21:00, sabato 16 dicembre ore 17:00 e ore 19:00  Teatro Rasi
Romeo Castellucci / Societas

Terzo Reich

di Romeo Castellucci • suoni Scott Gibbons • coreografia e interpretazione Gloria Dorliguzzo

giovedì 1, venerdì 2, sabato 3 febbraio ore 21.00 Teatro Rasi
Simone Amendola, Valerio Malorni

La Faglia

di Adèle Gascuel • con Daniele Amendola, Valerio Malorni • regia Simone Amendola • traduzione Adele Palmeri Borghese • in video Caterina Marino • scenografia Santo Alessandro Badolato • produzione Blue Desk, Infinito srl  con il sostegno di Centro di Residenza della Toscana (Armunia – CapoTrave/Kilowatt)

sabato 17 febbraio ore 21:00 Teatro Rasi
I sacchi di sabbia / Massimiliano Civica

7 contro Tebe

con Gabriele Carli, Giulia Gallo, Giovanni Guerrieri, Enzo Illiano • produzione Compagnia Lombardi-Tiezzi in co-produzione con I Sacchi di Sabbia con il sostegno di Mic, Regione Toscana

venerdì 1 marzo ore 21:00 Teatro Rasi
Marco Baliani

Una notte sbagliata

di e con Marco Baliani • regia Maria Maglietta • scene, luci, video Lucio Diana • paesaggi sonori Mirto Baliani • disegni Marco Baliani • produzione Marche Teatro

giovedì 14 venerdì marzo ore 21:00 Teatro Rasi
Kismet

Barabba

di Gianluigi Gherzi e Fabrizio Saccomanno • con Fabrizio Saccomanno, Barbara Petti, Emanuela Pisicchio, Maria Rosaria Ponzetta, Andjelka Vulic • regia Fabrizio Saccomanno • cura del progetto e consulenza artistica Salvatore Tramacere • coproduzione Teatro Koreja, Ura Teatro

martedì 19 marzo ore 21:00 Teatro Alighieri
Flavia Mastrella, Antonio Rezza

7-14-21-28

di Flavia Mastrella e Antonio Rezza • con Antonio Rezza e con Ivan Bellavista • (mai) scritto da Antonio Rezza • habitat di Flavia Mastrella • assistente alla creazione Massimo Camilli • produzione Rezzamastrella, TSI La Fabbrica dell’Attore, Teatro Vascello

sabato 23 marzo ore 21:00 Teatro Rasi
Armando Punzo / Compagnia della Fortezza

Il figlio della tempesta. Musiche, parole e immagini dalla Fortezza

di e con Andrea Salvadori e Armando Punzo • regia Armando Punzo • musiche originali Andrea Salvadori • produzione Studio Funambulo – Carte Blanche / Compagnia della Fortezza

martedì 26, mercoledì 27 marzo ore 21:00 Teatro Alighieri
Natalino Balasso

Balasso fa Ruzante

Balasso fa Ruzantedi Natalino Balasso • 
con Natalino Balasso, Andrea Collavino, Marta Cortellazzo Wiel
 • regia Marta Dalla Via
 • scene Roberto Di Fresco • produzione Teatro Stabile di Bolzano, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale

venerdì 5, sabato 6 aprile ore 21:00, domenica 7 aprile ore 15:30 Teatro Rasi
Pietro Babina

Sole e Baleno

di Gianluigi Gherzi e Fabrizio Saccomanno • con Fabrizio Saccomanno, Barbara Petti, Emanuela Pisicchio, Maria Rosaria Ponzetta, Andjelka Vulic • regia Fabrizio Saccomanno • cura del progetto e consulenza artistica Salvatore Tramacere • coproduzione Teatro Koreja, Ura Teatro

venerdì 5, sabato 6 aprile ore 19:30, domenica 7 aprile ore 17:00 Teatro Rasi
Agnese Banti

Speaking Cables, dispositivo coreografico per voce, cavi e altoparlanti

con Agnese Banti • live electronics Andrea Trona • progetto sostenuto da Fondo, Network per la creatività emergente

sabato 13 aprile ore 21:00 Teatro Rasi
Alessandro Berti

Le vacanze

testo e regia Alessandro Berti • danza Giovanni Campo • assistente alla creazione e organizzazione Gaia Raffiotta • produzione Casavuota, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale

martedì 23 aprile ore 21:00 Teatro Rasi
Roberto Corradino

Diario di Pinocchio 20202065

di e con Roberto Corradino • drammaturgia, oggetti di scena, dipinti Roberto Corradino • produzione Reggimento carri | teatro vincitore premio Tuttotteatro.com/Dante Cappelletti 2020 coproduzione Progetto Speciale/ Teatri di Bari con il sostegno di Teatro delle Albe/Ravenna Teatro