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Storie di Ravenna: “Utili per trovare nuovi linguaggi”

Il 28 novembre verrà inaugurata la quarta stagione di Storie di Ravenna – fortunata serie che nasce dalla volontà di raccontare la storia della città attraverso la voce di studiosi ed esperti utilizzando, però, i tempi ed i linguaggi del teatro. Dopo l’evento speciale organizzato dal 19 al 23 ottobre al Teatro Socjale di Piangipane, dal titolo Volta e Rivolta. Storie di braccianti e cooperazione per i cento anni (e uno) del Teatro Socjale, e in attesa di conoscere il nuovo programma che verrà presentato nelle prossime settimane, Federica Ferruzzi intervista la storica Laura Orlandini.

Laura Orlandini durante una serata di Storie di Ravenna al Socjale di Piangipane (foto Carlo Lastrucci)

Teodorico, San Romualdo, ma anche la trafila garibaldina e la marcia su Ravenna del ’21: sono diversi i personaggi e i temi approfonditi dal format Storie di Ravenna dal 2018 ad oggi, un dialogo a più voci con testimonianze letterarie, biografiche ed epistolari su alcuni snodi significativi della storia cittadina che ha visto in scena storici e storiche, studiosi e studiose, attori e attrici.
L’idea è stata quella di riprodurre, in teatro, lo spirito del trebbo, coinvolgendo anche chi attore non è. E tocca alla storica Laura Orlandini tracciare un bilancio anche a nome dei colleghi Giovanni Gardini e Alessandro Luparini che sono tra i protagonisti di questa fortunata rassegna.

Come è nata la rassegna e come siete stati coinvolti?
“L’idea è nata da Alessandro Argnani, condirettore di Ravenna Teatro: è stato lui a pensare di portare la Storia a teatro. L’intuizione è stata quella di coinvolgere Alessandro Luparini come storico contemporaneista e Giovanni Gardini come storico dell’arte. Insieme hanno iniziato a costruire le puntate coinvolgendo studiosi diversi tra loro. Io ho partecipato dapprima come spettatrice, poi come studiosa ed infine sono entrata ufficialmente in squadra”.

Come è stato il debutto?
“All’inizio l’idea è stata quella di coinvolgere esperti diversi che raccontassero le loro competenze e  fin dall’inizio non si è trattato né di una conferenza, né di una lettura, né di una rappresentazione teatrale, quanto piuttosto dell’unione di tutti questi elementi. La storia è quindi stata inserita all’interno dei tempi e della struttura del teatro. La prima puntata è stata dedicata alla storia antica e ha destato molta curiosità: inizialmente si è partiti con uno spettacolo al mese, fissato di lunedì alle 18, seguito da un momento conviviale in cui venivano coinvolti, a turno, alcuni ristoranti della città. Anche se ogni volta veniva scelto un argomento preciso, non si parlava solo di quello, ma si trattava di un punto di partenza per arrivare a nuovi temi anche grazie ai diversi interessi degli storici coinvolti”.

Quali sono stati i meriti di questo format?
“Credo sia stato interessante unire una regia alle competenze degli storici. Alessandro Argnani, Roberto Magnani e Alessandro Renda ci hanno insegnato a rispettare le tempistiche teatrali e hanno creato uno spazio affinché le nostre conoscenze potessero esprimersi. Al Rasi abbiamo imparato a stare sul palco insieme ad un attore o un’attrice che, di volta in volta, hanno letto testi scelti da noi. Chi lavora nella storia spesso si muove in un ambito pubblico, presenta libri, insegna, ma vedere una platea varia presente in maniera assidua è stata una bella conquista. Questa esperienza ha aiutato a trovare nuovi linguaggi e il fatto di raccontare la storia partendo da un luogo noto ha suscitato interesse”.

Ci sono Storie a cui è rimasta legata?
“Ci sono argomenti che mi hanno coinvolto in prima persona, mentre altri hanno significato imparare nuove cose. Se devo pensare ad un momento a cui sono particolarmente legata è stato quello della riapertura del Rasi dopo l’anno di chiusura 2020-2021. Era il primo maggio e organizzammo una puntata di Storie di Ravenna dedicata a temi diversi che andavano dal luogo stesso del teatro alle lotte sociali: fu molto bello essere lì in quel momento e avere un pubblico di fronte. Ho sentito che eravamo tutti insieme, sul palco e in platea, contenti di esserci”.

Nuove suggestioni per la prossima stagione?
“Ogni volta ci sembra che siano esaurite le possibili storie da raccontare, ma così non è. Le suggestioni possono essere diverse, Ravenna ha avuto periodi in cui è stata al centro degli eventi e momenti in cui ne è stata ai margini: spunti di riflessione possono arrivare da più parti, la curiosità del provare a raccontare ancora qualcosa c’è e ci saranno presto altre proposte”.

Smarrita e Prediletta. Due fuori programma per Storie di Ravenna

Nel solco del percorso di Storie di Ravenna, Ravenna Teatro e MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna – propongono due ulteriori appuntamenti che intrecceranno racconto storico e iconografico e visione di alcune opere del Museo.

Dopo il successo della terza edizione di Storie di Ravenna, conclusasi nell’aprile scorso, la rassegna torna con due appuntamenti fuori programma per martedì 31 maggio e martedì 7 giugno che intrecceranno racconto storico ed iconografico e visione di alcune opere del Museo. La serie di spettacoli Storie di Ravenna nasce dalla volontà di raccontare la storia della città attraverso la voce di studiosi ed esperti, ma utilizzando i tempi e i linguaggi del teatro. Un vero e proprio racconto a più voci, corredato da immagini e letture, che vuole arrivare ad un pubblico vasto ed essere anche un momento di incontro e condivisione. Un percorso che ora si arricchisce di due ulteriori appuntamenti che intendono intrecciare competenze storiche alla valorizzazione del patrimonio del museo della città.

I due appuntamenti fuori programma saranno dedicati ad altrettante figure femminili, Maria  Goia e Maria Maddalena, e partiranno dalle narrazioni dell’iconografo Giovanni Gardini e della storica Laura Orlandini per poi concludersi con la visita guidata – a cura del MAR – ad alcune opere ospitate dal Museo, in relazione alle due protagoniste dei racconti. L’incontro di martedì 31 maggio, alle 18, sarà dedicato a Maria Goia e avrà per titolo Una donna contro la guerra, con Laura Orlandini, Laura Redaelli e Christian Ravaglioli. La visita guidata sarà a cura di Catia Morganti, che illustrerà due opere di Vittorio Guaccimanni: “Carabinieri a cavallo” e  “E il duro vento col petto rompea”.

Osserva Laura Orlandini: “Dalla Romagna delle lotte contadine, nel confine turbinoso tra l’Ottocento e il Novecento, nasce Maria Goia: una figura iconica di donna ribelle e appassionata, oratrice instancabile, la troviamo immersa nelle lotte sociali del suo tempo mentre percorre in lungo e in largo le campagne e i borghi raccontando ad una generazione di contadini ed operai le parole del riscatto sociale. Una pioniera, all’alba del nuovo secolo, dei diritti delle donne, ha gridato insieme a loro lo sdegno e la protesta contro la guerra europea”.

L’appuntamento del 7 giugno, sempre alle 18, si intitola Colei che ha molto amato. Maria Maddalena tra arte e letteratura, con Giovanni Gardini, Laura Redaelli e Jenny Burnazzi. La visita guidata sarà a cura di Daniele Carnoli, che presenterà l’opera di Giorgio Vasari, “Compianto su Cristo deposto dalla croce”, e “Maddalena in meditazione”, Ambito emiliano.

Osserva Giovanni Gardini: “Maria Maddalena, lungo il corso dei secoli, è stata identificata come donna bellissima e devota, penitente e sensuale, coraggiosa e appassionata. Nella sua figura la tradizione ha concentrato diversi volti femminili presenti nei Vangeli, dalla  peccatrice anonima alla donna di Betania, colei che cosparse di unguento il capo di Cristo, sino a Maria, sorella di Marta e Lazzaro. Numerose leggende ne hanno ampliato la vicenda ispirando, nel tempo, innumerevoli artisti”.

Gli eventi sono realizzati in collaborazione con RavennAntica Fondazione Parco Archeologico di Classe e MAR Museo d’Arte della Città di Ravenna.

Ingresso 10 € (comprende lo spettacolo e la visita guidata alle opere). Posti limitati.


Informazioni e prenotazioni presso la biglietteria del MAR Museo d’Arte della Città di Ravenna tel. 0544 482477, aperta dal martedì al sabato dalla ore 9 alle ore 18 e domenica e festivi dalle ore 10 alle ore 19 (chiusa il lunedì).

Nelle sere del 31 maggio e 7 giugno la Pinacoteca resta aperta fino alle ore 20

MAR Museo d’Arte della Città di Ravenna via di Roma 13 Ravenna