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Storie di Ravenna: dal 5 dicembre si inaugura la quarta edizione

Dal Mostro di Ravenna alla setta degli accoltellatori, dagli esploratori ravennati fino alla vicenda di Giovanni Frignani, passando per il Petrolchimico, torna in scena la storia della città

 

Il 5 dicembre (prima data posticipata) verrà inaugurata la quarta stagione di Storie di Ravenna – serie che nasce dalla volontà di raccontare la storia della città attraverso la voce di studiosi ed esperti utilizzando, però, i tempi ed i linguaggi del teatro. Dopo l’evento speciale organizzato dal 19 al 23 ottobre al Teatro Socjale di Piangipane, dal titolo Volta e Rivolta. Storie di braccianti e cooperazione per i cento anni (e uno) del Teatro Socjale, e dopo la serata dedicata a Maria Goia, ospitata al teatro comunale di Cervia, torna il racconto a più voci – corredato da immagini e letture – che vuole arrivare a un pubblico vasto ed essere anche un momento di incontro e condivisione.

Tutti gli spettacoli si svolgono alle 18.00 al Teatro Rasi.

  • Lunedì 5 dicembre (data modificata rispetto al programma annunciato)

Il mostro di Ravenna

in collaborazione con il Mar

Con Eraldo Baldini, scrittore · Elisa Emaldi, studiosa · Giovanni Gardini, Museo Diocesano Faenza · Laura Orlandini, storica, Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea in Ravenna e provincia · Daniele Torcellini, curatore della mostra ‘Prodigy Kid. Francesco Cavaliere e Leonardo Pivi’.

Nella Ravenna del 1512 una nascita singolare suscitò terrore e sgomento in città: appena nato, il bambino presentava un corno sulla fronte, una gamba con squame di serpente, ali da pipistrello, affilati artigli. Una presenza, la sua, che destò un inquieto stupore e fu letta come presagio di eventi terribili. Quanto era stato predetto trovò compimento poco tempo dopo nella Battaglia di Ravenna, che portò morte e distruzione.

Letture di Laura Redaelli e musiche dal vivo di Giacomo Piermatti

  • Lunedì 30 gennaio

Gli accoltellatori

Con Claudia Bassi Angelini, studiosa · Giovanni Gardini, Museo Diocesano Faenza · Alessandro Luparini, storico e direttore della Fondazione Casa Oriani · Laura Orlandini, storica, Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea in Ravenna e provincia · Sonia Muzzarelli, conservatrice Ausl Romagna.

La storia della “setta” che negli anni Sessanta dell’Ottocento portò Ravenna alla ribalta delle cronache nazionali, quando tra le vie della città si verificò una serie di omicidi all’apparenza inspiegabili, ma legati da un’unica matrice. In una terra attraversata da accesissime passioni politiche, da una modernità piena di contrasti, il processo agli accoltellatori portò sulla scena pubblica i conflitti di un’epoca, tra sogni di rivoluzione e banditi di professione.

Letture di Luigi Dadina e musiche dal vivo di Mondoriviera

  • Lunedì 27 febbraio

Verso l’ignoto. Storie di esploratori

Con Giovanni Gardini, Museo Diocesano Faenza · Franco Gabici, studioso · Benedetto Gugliotta, Istituzione Biblioteca Classense · Alessandro Luparini, storico e direttore della Fondazione Casa Oriani.

Pellegrino Matteucci, Romolo Gessi e Francesco Negri: tre nomi noti per la toponomastica cittadina, ma di cui si conosce ben poco. Tre esploratori ravennati che, in epoche diverse, si resero protagonisti di avventurose esplorazioni in parti allora sconosciute del globo, dall’estremo Nord Europa all’Africa subsahariana, contribuendo in modo determinante a nuove scoperte e conoscenze.

Letture di Laura Redaelli e musiche dal vivo di Marco Zanotti

  • Lunedì 20 marzo

Deserto Rosso, il petrolchimico e la questione ambientale

Con Cesare Albertano, studioso · Luigi Dadina, attore · Alessandra Dragoni, fotografa · Giovanni Gardini, Museo Diocesano Faenza · Alessandro Luparini, storico e direttore della Fondazione Casa Oriani · Laura Orlandini, storica, Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea in Ravenna e provincia.

Partendo dal film di Michelangelo Antonioni, che ha immortalato la raffineria Sarom e il complesso petrolchimico dell’Anic anche grazie alle suggestioni di Tonino Guerra, l’attualità di uno spazio che da luogo del ricordo si fa scenario di una partita che, ancora una volta, vede al centro scelte che guardano al futuro.

Letture di Luigi Dadina e musiche dal vivo di Francesca Amati

  • Martedì 18 aprile

L’uomo che arrestò Mussolini. La storia di Giovanni Frignani

Con Paolo Cavassini, studioso · Giovanni Gardini, Museo Diocesano Faenza · Alessandro Luparini, storico e direttore della Fondazione Casa Oriani · Laura Orlandini, storica, Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea in Ravenna e provincia.

La drammatica vicenda del tenente colonnello dei Carabinieri Giovanni Frignani, medaglia d’oro al valore militare, l’uomo che il 25 luglio 1943 arrestò il duce. La puntata si incentra sul racconto di questo ravennate che catturò Ettore Muti e divenne protagonista nelle file della Resistenza militare, finendo drammaticamente ucciso alle Fosse Ardeatine.

Letture di Laura Redaelli e musiche dal vivo di Enrico Farnedi

 

Storie di Ravenna è ideato e curato da Alessandro Argnani, Luigi Dadina, Federica Ferruzzi, Giovanni Gardini, Alessandro Luparini, Roberto Magnani, Laura Orlandini, Alessandro Renda.

PER SCARICARE IL PROGRAMMA CLICCA QUI

BIGLIETTI

È consigliato l’acquisto in prevendita. Ingresso unico 5 €

I biglietti sono in vendita da giovedì 24 novembre sulla BIGLIETTERIA ON-LINE, presso la biglietteria del Teatro Rasi il giovedì dalle 16:00 alle 18:00 e da un’ora prima di ogni spettacolo.

ABBONAMENTI

È possibile sottoscrivere un abbonamento che dà la possibilità di vedersi garantito un posto assegnato. Il costo sarà comunque di 25 €. Gli abbonamenti saranno in vendita esclusivamente giovedì 24 novembre dalle 16:00 alle 18:00 e sabato 26 novembre dalle 11:00 alle 13:00 presso la biglietteria del Teatro Rasi, tel. 0544 30227.

INFORMAZIONI

Ravenna Teatro\Teatro Rasi via di Roma 39, Ravenna tel. 0544 36239, info@ravennateatro.com

 

 

Storie di Ravenna è supportato da Comune di Ravenna, Regione Emilia-Romagna, Ministero della Cultura, Fondazione del Monte, Bcc ravennate, forlivese e Imolese, Assicoop, Coop Alleanza 3.0., Reclam, Apt Emilia-Romagna e Nuova Olp.

Ravenna Teatro primo Centro di Produzione in Italia per qualità artistica

Ravenna Teatro si afferma come primo Centro di produzione in Italia secondo il Ministero della Cultura per la propria qualità artistica. Nei giorni scorsi il Ministero ha infatti reso noto i punteggi di valutazione per l’ammissione a contributo per il triennio 2022-2023-2024 e per l’anno 2022 dei Teatri Nazionali, Teatri di Rilevante Interesse Culturale e Centri di produzione teatrale, riconoscendo a Ravenna Teatro un punteggio pari a 31,40, il più alto a livello nazionale ottenuto da un Centro di produzione. Un riconoscimento conseguito grazie al lavoro della direzione artistica di Ermanna Montanari e Marco Martinelli che la vede prima sui 35 Centri presenti in Italia e seconda in assoluto dopo lo Stabile di Torino.

Alessandro Argnani e Marcella Nonni, direzione di Ravenna Teatro

“Ci congratuliamo per questo importante risultato – dichiarano il sindaco di Ravenna Michele de Pascale e l’assessore alla Cultura Fabio Sbaraglia – che rende merito al prezioso lavoro svolto da Ravenna Teatro in questi anni, volto ad offrire alla città una proposta culturale ricchissima e di altissima qualità, nel segno di una costante e appassionata ricerca artistica. Allo stesso tempo si tratta di un riconoscimento che riafferma con vigore l’intrinseco legame di Ravenna con il mondo dell’arte, un rapporto fecondo ed incessante che nel dialogo con le molteplici realtà culturali presenti nel territorio trova la sua ragione d’essere”.

“Questo risultato – spiegano i condirettori di Ravenna Teatro Alessandro Argnani e Marcella Nonni – ci riempie di orgoglio e di felicità. È il riconoscimento di una semina che da quarant’anni viene fatta in città, dalle tante stagioni teatrali alle proposte artistiche e di ricerca del Teatro delle Albe, dalla Scuola di Vocalità a Malagola alla non-scuola e alle attività dedicate all’infanzia di Drammatico Vegetale. Un’attività incessante che tocca diversi luoghi i cui punti focali sono il Teatro Rasi, appena rinnovato, l’Alighieri, il Teatro Socjale di Piangipane e Palazzo Malagola, sede dell’omonima Scuola di vocalità e centro studi internazionale sulla voce fondato e diretto da Ermanna Montanari e Enrico Pitozzi. Un riconoscimento testimone di un dialogo forte tra Ravenna Teatro, l’Amministrazione, i tanti spettatori e spettatrici, gli artisti e le compagnie ravennati che contribuiscono a far vivere la nostra realtà. Essere accreditati quale primo centro di produzione in Italia per qualità artistica significa che una città di provincia non ha nulla da invidiare ai grandi centri del Paese”.

Il riconoscimento del Ministero ha valorizzato anche il lungo percorso di Accademia Perduta/Romagna Teatri, che ha conseguito un punteggio pari a 29,50 diventando il primo Centro di Produzione italiano nell’ambito del Teatro Ragazzi. Un lavoro che da anni contribuisce a migliorare la qualità artistica di diverse realtà romagnole.

“Siamo orgogliosi del riconoscimento ministeriale assegnato ad Accademia Perduta/Romagna Teatri su cui Forlì investe, sicura di ottenere un arricchimento culturale per la città ma anche per il patrimonio teatrale italiano – affermano Gianluca Zattini, sindaco di Forlì e Valerio Melandri, assessore alla Promozione del settore culturale -. I forlivesi conoscono bene il lavoro che Accademia Perduta svolge per i teatri Diego Fabbri e Il Piccolo e crediamo che quello della produzione esprima specificamente il valore artistico e culturale di un Centro che con i suoi spettacoli esporta il nome di Forlì nei principali palcoscenici italiani”.

Massimo Isola, sindaco di Faenza prosegue: “la notizia dell’alta valutazione per i progetti artistici di Accademia Perduta/Romagna Teatri è l’ennesima conferma per questa realtà e che ci dà grande soddisfazione. Accademia Perduta è una parte importante della nostra città e della nostra energia culturale. Siamo contenti di aver dato sostegno e aver collaborato in questi anni a questa importante realtà e così sarà anche per il futuro”.

“I risultati ministeriali sono una bellissima soddisfazione – concludono Claudio Casadio e Ruggero Sintoni, condirettori di Accademia Perduta/Romagna Teatri – oltre che un’importante conferma per il lavoro che abbiamo svolto in tanti anni in Romagna, una terra che è madre di tante importanti realtà teatrali”.