Dopo l’esperienza di Milano dell’anno scorso, dal 19 al 21 maggio torna il progetto che porta spettatori e spettatrici de La Stagione dei Teatri a conoscere il teatro anche fuori dal palco. Grazie a Cosmi Spa il viaggio sarà anche il premio per i vincitori del concorso rivolto alle scuole
Dal 19 al 21 maggio si svolge la seconda edizione di In viaggio con Ravenna Teatro, progetto realizzato da Ravenna Teatro in collaborazione con il gruppo Viandando, che porterà spettatori e spettatrici de La Stagione dei Teatri a scoprire il teatro non solo attraverso il palco, ma anche tramite i rapporti umani con chi il teatro lo porta in scena. L’iniziativa è stata promossa a maggio 2022 dal Centro di produzione ravennate che – dopo la tappa milanese in cui sono stati protagonisti Teatro dell’Elfo Puccini e Olinda – ha scelto quest’anno di muoversi alla volta di Lecce, alla scoperta di Teatro Koreja.
Sarà quindi un’occasione per vedere da vicino protagonisti e protagoniste de La Stagione dei Teatri e approfondire la conoscenza del Centro di produzione ravennate: così com’era avvenuto per le due realtà milanesi, anche Teatro Koreja è stato infatti individuato per i valori simili a quelli su cui Ravenna Teatro basa la propria attività.
“Volevamocostruire nell’amato-odiato Sud – spiegano da Teatro Koreja – una ‘residenza del teatro e della cultura’ aperta alle innovazioni, al confronto fra le diverse generazioni; un caleidoscopio di arti, generi e pratiche dove alle proprie si uniscono le radici e le lingue degli altri, in un rapporto di reciproco rispetto, evitando soggezioni millenarie, ma anche inutili orgogli provincialistici, con tanta voglia di conoscere e sperimentare nuove direzioni, linguaggi e poetiche. Un progetto ad ampio raggio, quello di Koreja, che vive dentro e fuori i Cantieri Teatrali, in un continuo viaggio di andata e ritorno. Ma opere, azioni e storie vuol dire anche produzione di spettacoli teatrali che nascono all’interno dei Cantieri e che si misurano con un vasto pubblico in occasione delle tournée. E vuol dire ospitalità di compagnie ed artisti, incontri culturali, mostre, installazioni e prove aperte; vuol dire attività di formazione teatrale rivolta soprattutto ai giovani ed ai soggetti svantaggiati e vuol dire, infine, un dialogo permanentemente e aperto”.
Mentre al Teatro dell’Elfo di Milano era stato il direttore Fiorenzo Grassi ad accogliere il gruppo ravennate intrattenendolo con il racconto di cinquant’anni di storia del teatro (e ad Olinda fu il presidente, lo psichiatra svizzero Thomas Emmenegger), qui saranno i componenti di Teatro Koreja a fare gli onori di casa proponendo, nella giornata del sabato, uno spettacolo e una cena conviviale preparata da loro. Sempre il sabato, i partecipanti potranno godere di una visita guidata in città, mentre il giorno prima ci sarà la visita al Fondo Archivio Carmelo Bene.
Giunto alla seconda edizione, il progetto fungerà inoltre da premiazione del concorso rivolto alle scuole secondarie di primo e secondo grado di Ravenna con cui si invitano studenti e studentesse a recensire gli spettacoli de La Stagione dei Teatri. Una possibilità – che quest’anno viene offerta grazie alla nuova collaborazione con Cosmi Spa – che intende mettere a confronto pubblici diversi, continuando a coinvolgere le nuove generazioni nel solco di un dialogo che Ravenna Teatro porta avanti da tempo.
PROGRAMMA:
(programma per il gruppo degli adulti)
VENERDÌ 19 MAGGIO
– ore 6:00 Partenza da Ravenna / parcheggio Coop di via Faentina
– ore 6:30 Partenza da Cesena / parcheggio Unaway a Pievesestina
– Arrivo a Lecce nel primo pomeriggio
– Sistemazione in hotel in camere doppie, matrimoniali e triple
– ore 17:30 Visita guidata del Fondo Carmelo Bene costituito da tre nuclei fondamentali di materiale documentario: il fondo librario, il fondo personale e quello dei costumi, elementi di scena e arredi personali dell’artista. Volumi per lo più rari libri di storia dell’arte, teatro, letteratura e storia, molti anche accompagnati da postille scritte a mano, di una biblioteca preziosa e unica, strumento fondamentale alla creazione di un immaginario sempre vigoroso, geniale e senza “steccati”. E ancora costumi ed accessori di scena relativi alle opere dell’Otello, Hommlette for Hamlet, Riccardo III, Pinocchio, La cena delle beffe, Macbeth-Horror Suite accanto ad alcuni arredi e oggetti personali come manoscritti, fotografie, registrazioni e dischi.
– Cena libera
SABATO 20 MAGGIO
– ore 10:00 Visita guidata della città (guida locale e con audioguide)
– ore 13:00 Pranzo al ‘Vico dei Sotterranei’, situato all’ombra dei monumenti storici
– Pomeriggio libero
– ore 17:30 Teatro Koreja
I Cantieri Teatrali Koreja sono un’area di mq 3000, un’ex fabbrica di mattoni riprogettata per Cultura e Spettacolo. Un luogo composito, dotato di spazi all’aperto e al chiuso per teatro, danza, musica, cinema, video, arti figurative e nuove tecnologie di comunicazione. Oggi è anche foresteria e punto di riferimento della vita culturale cittadina. Nel 2015 i Cantieri Teatrali Koreja vengono riconosciuti dal Ministero dei Beni Culturali come Centro di Produzione teatrale di sperimentazione e di teatro per l’infanzia e la gioventù, unico in Puglia. Dal 2017 inoltre il teatro si avvale di un comitato scientifico composto da Eugenio Barba, Nicola Savarese e Franco Perrelli, Luigi Mangia.
Salvatore Tramacere, da sempre direttore della Compagnia nata quarant’anni fa, ci accompagnerà nei Luoghi della memoria, progetto sostenuto dalla Regione Puglia teso a ricostruire la storia culturale di un Salento ancora marginale, sconosciuto proprio attraverso i materiali conservati nell’Archivio del Teatro Koreja, dichiarato dalla soprintendenza archivistica per la Puglia e Basilicata/Mic di interesse storico particolarmente importante.
– Di seguito assisteremo allo spettacolo in anteprima nazionale Essere o non essere, dedicato sì ai ragazzi ma che sollecita gli adulti a riflettere su quali siano i fattori, culturali e sociali, che guidano l’educazione in relazione al sesso di nascita. Quattro piccole e semplici storie che diventano esempi potenti dell’impossibilità di essere se stessi in un mondo che traccia una linea netta di demarcazione tra maschile e femminile.
– Al termine ceneremo con gli attori negli spazi del teatro adibiti alla ristorazione, accolti con un menù del territorio proposto dalla loro cucina.
DOMENICA 21 MAGGIO
– Mattina libera
– ore 14,00 Rientro a Ravenna/Cesena
INFORMAZIONI GENERALI
Ricordiamo che sarà da pagare individualmente in hotel la tassa di soggiorno di 3 euro al giorno a persona.
Il pranzo e la cena del sabato comprendono le bevande. Gli spostamenti in pullman dall’hotel al centro della città sono compresi.
Costo del viaggio: 330 euro
In occasione di Pragma. Studio sul mito di Demetra di Teatro Akropolis, in scena venerdì 31 marzo 2023 al Teatro Rasi, pubblichiamo l’articolo L’oscura radice dell’animalità (1) di Clemente Tafuri e David Berlonio.
Immagine di scena
Immagine di scena
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L’OSCURA RADICE DELL’ANIMALITÀ
La sostituzione progressiva di comunità virtuali alle forme tradizionali di aggregazione, o la virtualizzazione di tali forme, ha ridefinito l’intera collettività a partire dalla suddivisione in piccoli gruppi tendenzialmente isolati fra loro. I processi di aggregazione avvengono ormai per contagio, senza confronti reali. La possibilità concessa a chiunque di dare una forma, sia essa scritta o per immagini ma comunque in un contesto virtuale, alla propria visione del mondo, si è rivelata una velenosa e falsa interpretazione della democrazia che sta corrodendo la necessità di mettere a confronto le differenze e di elaborare la consapevolezza della propria condizione considerando scenari complessi. Le comunità virtuali sono circoli, covi per chi la pensa allo stesso modo, non-luoghi in cui annichilire il senso critico, supermercati in cui sfogare la propria bulimia e la propria isteria. La presenza fisica di cui sembra si avverta sempre più il bisogno è quella dell’immagine fotografica o filmata (quella cioè di una rappresentazione parziale per sommari aggregati di forme e colori), che tralascia inevitabilmente gli aspetti connessi a una esperienza sensoriale condivisa, non solo cioè quelli relativi ai sensi che non vengono coinvolti nella visione, ma anche quelli emotivi legati direttamente alla presenza reale. Si è instaurato il primato di una pangrafia, una condizione in cui ogni azione e ogni individuo vengono riprodotti e descritti, e l’interazione sociale, come la percezione di sé, prescindono dal corpo. L’azione è relegata alla dimensione virtuale, e anche quando essa prende una forma reale viene immediatamente destituita dello stato di accadimento per essere ricondotta alla sua rappresentazione. Ogni azione viene riconosciuta come tale solo se è filmata, solo cioè nel suo stato di riproducibilità. L’azione diventa atrofica e rischia di compromettere la natura politica di ogni lotta in quanto il suo evolversi produce conseguenze su un piano innanzitutto astratto, separato, protetto. Ed è proprio questa separazione a ridurre il corpo a immagine, infinitamente condivisibile, portatrice di un’identità moltiplicata da un lato, ma irrimediabilmente narcisistica dall’altro. Ma quale corpo è andato perduto? La risposta che dobbiamo dare a questa domanda non può che essere un’ulteriore altra domanda: quale significato di corpo dobbiamo tentare di recuperare per restituire una direzione ad un percorso di consapevolezza di noi stessi tornando a praticare, o quantomeno a elaborare, un’azione non più ridotta a un’ombra di se stessa? Un fondamentale aspetto con cui abbiamo perso ogni familiarità è il corpo-materia, il sṓma, il corpo cioè che ci consente di essere un elemento intramondano solidale con gli aspetti della realtà che ci circonda. Che ci consente quindi di occupare uno spazio e di affermare una presenza. Ma altrettanto perduto è il corpo nel suo significato di estensione, chrṓs, che raccoglie il nostro aspetto e si fa portatore del nostro sembiante attraverso il volto. È il corpo-identità. Infine il corpo-struttura, il démas, la forma vitale attraverso cui si instaura una relazionalità funzionale con l’ambiente. Anch’esso perduto, e rimpiazzato, proprio come il corpo negli altri suoi significati, dal corpo-immagine. In merito al corpo-immagine giova citare quelle forme che Bachtin attribuisce al nuovo canone corporeo che si oppone e si sostituisce, a partire da una certa epoca, alla concezione precedente di corpo: un corpo perfettamente dato, formato, rigorosamente delimitato, chiuso, mostrato dall’esterno, omogeneo ed espresso nella sua individualità. […] Nel nuovo canone corporeo, il ruolo predominante passa alle parti del corpo che hanno individualmente un valore caratterologico ed espressivo: la testa, il volto, gli occhi, le labbra, il sistema muscolare, la posizione individuale che il corpo occupa nel mondo esterno. Al primo posto si distinguono le posizioni e i movimenti opportuni di un corpo formato in un mondo esteriore parimenti formato, in presenza dei quali le frontiere fra il corpo e il mondo non si indeboliscono affatto.(2) Si tratta del trionfo del principio di individuazione celebrato attraverso il trionfo dell’individualismo (3). Ma i significati perduti possono continuare ad esercitare una funzione. Non solo, possono mostrarsi nella loro processualità imponendo una inequivocabile affermazione del corpo che metta in crisi la pangrafia nell’ambito della quale ne percepiamo, ormai abitualmente, l’immagine […]
Il presente contributo è la versione ampliata di C. Tafuri, D. Beronio, Fenomenologia del corpo perduto, pubblicato in «Luoghi comuni – Corpo», a. I, n. 2, maggio-giugno 2019.
M. Bachtin, L’opera di Rabelais e la cultura popolare. Riso, carnevale e festa nella tradizione medievale e rinascimentale, Torino, Einaudi, 2011, pp. 350-352.
Per una breve analisi del rapporto fra atto teatrale e principio di individuazione in Nietzsche cfr. C. Tafuri, D. Beronio, Morte di Zarathustra, Genova, AkropolisLibri, 2016, pp. 44-45.
L’archivio Demetrio Stratos, appena acquisito dal Comune di Ravennae dalla Regione Emilia-Romagna, trova la sua casa ideale a Malagola, il centro internazionale di ricerca vocale e sonora diretto da Ermanna Montanari ed Enrico Pitozzi, che ne avvia, così, la valorizzazione e la messa a disposizione di studiosi, di ricercatori e del pubblico più vasto.
Costituito da un’ampia varietà di documenti e oggetti appartenuti all’artista, con centinaia di elementi tra documentazione manoscritta, appunti, fotografie, abiti, cinture tradizionali, oggetti utilizzati durante i concerti e le performance, volantini, manifesti, rassegna stampa, lettere, libri, dischi, registrazioni audio, videocassette e materiali audiovisivi digitalizzati, l’archivio testimonia sia l’attività creativa di Stratos che il contesto culturale che egli aveva costruito nella propria abitazione, in primis il rapporto di amicizia e collaborazione artistica con John Cage.
Un archivio conservato finora da Daniela Ronconi Demetriou, vedova Stratos, che rappresenta una risorsa fondamentale per ricostituire – grazie a possibili percorsi attraverso le sue tracce e inedite forme di esperienza di ciò che esse sono in grado di generare – il contatto quanto più diretto possibile con un artista che ha segnato in modo radicale e fondamentale la storia della musica e della ricerca sulla vocalità e che, come afferma Ermanna Montanari, «con la sua voce è in grado di attivare in noi l’esperienza del sacro».
Un patrimonio di rilevanza primaria che si inserisce in un percorso che Malagola sta avviando nel segno degli archivi d’arte, del loro ripensamento, della loro interconnessione e valorizzazione e che, come spiega Enrico Pitozzi, «inaugura una ‘fruizione esperienziale’ dei materiali sonori, destinata a cambiare i modi e le pratiche d’ascolto».
Dopo il successo del servizio di trasporto gratuito da e verso il teatro nelle sere di spettacolo, Ravenna Teatro sta pensando ad una nuova proposta che toccherà i lidi
Ravenna Teatro si sta organizzando per offrire ai residenti di Marina di Ravenna, Punta Marina, Lido Adriano, Lido di Dante e Porto Fuori l’opportunità di assistere agli spettacoli de La Stagione dei Teatri 2022-2023 usufruendo di un servizio di trasporto gratuito.
Alla luce della felice intuizione, nata diversi anni fa, di istituire un servizio di accompagnamento da e verso il teatro – che oggi copre le circoscrizioni Nord e Sud e il comune di Alfonsine – Ravenna Teatro ha pensato di toccare anche i lidi per coinvolgere coloro che desiderano partecipare agli eventi culturali che si tengono in città, ma che incontrano difficoltà negli spostamenti, nel reperire parcheggio, nel muoversi da soli.
Come avviene anche per il servizio già in essere, ogni viaggio sarà occasione di incontro tra cittadini e cittadine che condividono la passione per il teatro e che saranno accompagnati da una presentazione dello spettacolo.
Il servizio – in caso si riesca a raggiungere un numero congruo di persone, tale da permetterne l’attivazione – entrerebbe in funzione per gli spettacoli del 16 e del 30 aprile.
La quota pensata è di 38 euro e comprende il tragitto verso il teatro e ritorno e l’ingresso ad entrambi gli spettacoli.
Elio De Capitani, Ferdinando Bruni, Teatro dell’Elfo
DIPLOMAZIA
Protagonisti un generale del Terzo Reich e un diplomatico della Svezia neutrale, sullo sfondo di un’afosa notte parigina, cupa e opprimente, nell’estate del 1944. Il generale Dietrich von Choltitz è alle prese con l’ordine di Hitler: distruggere la città. Al suo cospetto il console svedese, Raoul Nordling, lo incalza facendogli intravedere il mondo da una prospettiva diversa, invitandolo a scegliere la via della diplomazia al posto di quella della distruzione.
Maria Paiato, Mariangela Granelli, Ludovica D’Auria
BOSTON MARRIAGE
Un salotto, due dame e una cameriera: tutto farebbe pensare a una trama convenzionale, ma dalla conversazione veniamo a sapere che le due dame sono state un tempo una coppia molto affiatata. Dopo la separazione, Anna ha trovato un uomo ricco che la mantiene e vorrebbe ora approfittare della protezione di lui per riprendere con sé Claire. La riconquista si rivelerà molto più complicata del previsto, con colpi di scena rocamboleschi.
Boston Marriage – foto Giorgio Sangati
Boston Marriage – foto Giorgio Sangati
Informazioni generali
Quota di partecipazione: posto di platea o palco + navetta 38 €
Fermate e orari di partenza da definire in base alle adesioni.
L’autobus porterà gli spettatori al Teatro Alighieri e da lì ripartirà a spettacolo terminato.
Anche quest’anno la non-scuola, quell’asinina esperienza di laboratorio teatrale che il Teatro delle Albe tiene viva da oltre trent’anni con gli adolescenti, nel segno del cortocircuito tra arte e vita che la compagnia accende ogni giorno, è stata proposta in diversi istituti della provincia di Ravenna coinvolgendo centinaia di ragazzi e ragazze. Un’esperienza, quella della non-scuola, che ha fatto scuola in tutto il mondo e che quest’anno è stata proposta anche a Caldogno (in provincia di Vicenza), Cervia, Lecce, Matera, Milano, Napoli, Piangipane, Pompei, Roma, Santarcangelo di Romagna e Seneghe.
In provincia di Ravenna i laboratori si sono svolti in nove istituti scolastici e nella sede della Circoscrizione di Castiglione di Ravenna. Gli incontri hanno inoltre coinvolto gli studenti e le studentesse dell’Università di Bologna – sede di Ravenna – in collaborazione con Fondazione Flaminia. I debutti sono previsti al Teatro Rasi da martedì 21 marzo a giovedì 30 marzo e lunedì 8 maggio, alle 21:00. A Cervia il debutto dell’istituto alberghiero Tonino Guerra verrà ospitato a fine maggio – data in via di definizione – al teatro comunale Walter Chiari.
Contestualmente, nell’ambito dei debutti, sono stati pensati due momenti di incontro dedicati a due figure che più volte hanno intrecciato il cammino delle Albe: Rachele Furfaro e Valter Malosti. Furfaro, pioniera di un nuovo modello educativo nei Quartieri spagnoli di Napoli, presenterà La buona scuola. Cambiare le regole per costruire l’uguaglianza (Feltrinelli), un testo in cui traccia la possibile idea di una scuola capace di ascolto, di attenzione al singolo e alla comunità, per essere accogliente e inclusiva. Poemetti. Venere e Adone – Lo stupro di Lucrezia di William Shakespeare(Einaudi) è invece il titolo del libro con la traduzione di Valter Malosti: l’autore, fondatore del Teatro di Dioniso e poi Direttore Fondazione TPE – Teatro Piemonte Europa, oggi è direttore di Ert Fondazione. Malosti è attore, autore e regista di numerosi spettacoli ospitati anche nell’ambito de La Stagione dei teatri. Recentemente è stato protagonista delle Celebrazioni dantesche.
L’incontro con Rachele Furfaro sarà alle 18:00 del 24 marzo al Teatro Rasi in sala Mandaye N’Diaye; l’appuntamento con Valter Malosti sarà nello stesso luogo ma alle 18:00 del giorno successivo, sabato 25 marzo, insieme a Mauro Bersani, direttore editoriale Einaudi. Ad entrambi gli incontri sarà presente Marco Martinelli.
“Se Ravenna oggi è riconosciuta, e si riconosce, come città di teatro – dichiara l’assessore alla Cultura del Comune di Ravenna Fabio Sbaraglia– lo è sicuramente anche in virtù di un’esperienza come la non-scuola che da oltre trent’anni rinnova la propria energia mettendo in contatto migliaia di giovani con i linguaggi del teatro. La comunità che da qui è cresciuta intorno a questo progetto, e a cui la città è profondamente affezionata, è luogo di continuo rinnovamento di un inestimabile patrimonio di relazioni, pratiche e ricerca”.
“La festa della non-scuola del Teatro delle Albe – sottolinea la coordinatrice Laura Redaelli – è l’attraversamento gioioso dell’essere coro, è il farsi luogo che si manifesta nei volti e nei desideri dei molti che in quei giorni abitano il teatro e che ci restituiscono la possibilità di una comunità che si riconosce nella scelta eretica della bellezza e della felicità”.
Il racconto fotografico della non-scuola di quest’anno è affidato a Nias Zavatta. Durante le serate di apertura alcuni dei suoi scatti saranno esposti al Teatro Rasi. “Da docente e fotografa allo stesso tempo – spiega Zavatta – quando quest’anno mi è stato proposto di fare un foto racconto della non-scuola, ho accettato con grande curiosità e piacere: nello sguardo con cui osservavo i ragazzi e le ragazze durante i laboratori all’interno delle varie scuole, ho voluto infatti far dialogare entrambe le mie parti – di fotografa ma anche di insegnante – ed esprimere con le immagini tutte le diverse sfumature e colori che l’adolescenza racchiude in sé e che la non-scuola sa sprigionare. Proprio per questo motivo, ho scelto di dare ampio spazio ai volti, a quegli sguardi che spesso inconsapevolmente si distaccavano dal coro, e allo stesso tempo anche all’atmosfera di gioco puro, di sperimentazione viva del e nel gruppo”.
La rassegna viene realizzata da Ravenna Teatro / Teatro delle Albe con il contributo del Comune di Ravenna, Regione Emilia-Romagna, Ministero della Cultura, Bcc Ravennate Forlivese e Imolese, Confcooperative Romagna e Fondazione Flaminia.
con Caterina Angeli, Ahmed Belhaj, Gabriele Bignardelli, Lorenzo Cantarelli, Anna Cecchini, Elena Cecchini, Andrea Cortesi, Matteo De Giorgio, Bianca Iulia Filip, Samuele Filippi, Nicola Francesconi, Mattia Frisari, Matteo Giliberti, Manuel Greco, Matteo Guerrini, Samuel Juanto, Mattia Likrama, Gabriele Magli, Benedetta Massi, Elisa Mastrogiacomo, Edoardo Melandri, Morgan Murgia, Tommaso Nalin, Cecilia Russo, Francesca Specolizzi, Nicola Valenti, Samuele Zattoni. guide Carlo Garavini, Roberto Magnani, Marco Saccomandi insegnanti assistenti Elena Pasi, Anna Valentini
Mercoledì 22 marzo
Assessorato al Decentramento del Comune di Ravenna – Castiglione di Ravenna
ispirato a La famosa invasione degli orsi in Sicilia di Dino Buzzati
con Andrea Abbondanza, Emma Alberani, Lorenzo Babini, Alessandro Bendi, Federico Calzo, Alessandro Cangini, Maia Cardillo, Mariasole Casini, Alberto Ceccarelli, Giulia Ceccarelli, Filippo Cimatti, Anna Colli, Martina Conficconi, Giulia Corradi, Lucia Corsini, Lorenzo Da Re, Anna Diversi, Marta Ferrotti, Lorenzo Gori, Giulia Grotti, Giada Mafrolla, Matteo Marchionno, Martina Maruccia, Giuseppe Mase, Alberto Moia, Anna Montanari, Martina Pizzini, Cristian Randi, Nicolò Randi, Emma Rubino, Elia Stella, Giacomo Tramontani, Stella Ventimiglia, Marco Wozniak, Emma Zecchi. guide Flaminia Pasquini Ferretti, Marco Saccomandi insegnante assistente Andrea Mengozzi
Mercoledì 29 marzo
Fondazione Flaminia per l’Università in Romagna
con Martina Corallini, Sara Cusimano, Sara Giulia El Yamani, Alessia Frattini, Thomas Alexander Casadio Malagola, Maria Paola Molinaro, Anna Moretti, Antonio Peruggio, Erika Santoro, Vanessa Spadavecchia, Gaia Tritto, Marta Minocci, Alice Leahu. guide Roberto Magnani, Antonio Maiani
Giovedì 30 marzo
I.C.S.San Pietro in Vincoli, Scuola secondaria di 1 grado “Romolo Gessi”
con Sofia Aslam, Lorenzo Baldisserra, Sara Barisani, Panuela Bedriu, Mahran Boutartour, Kevin Cascino, Martina Cascino, Asia Cicognani, Chiara D’Andrea, Vanessa Di Stefano Cagnesco, Victoria Fabbrucci, Asia Giuliani, Maida Ibrahimi, Alessia Kashita, Sofia Kaydalova, Aicha Khelifa, Claudio Lupi, Abdou Khadre Mbow, Martina Mercurio guide Ermelinda Nasuto, Alessandro Renda insegnante assistente Manuela Chiarucci
Maggio – data da definire – teatro comunale Walter Chiari di via XX Settembre, Cervia
Istituto Alberghiero Tonino Guerra
con Tatjana Ballardini, Giulia Boschetti, Alice Foschi, Mihai Maximilian Gabor, Aurora Gatta, Ylenia Giovine, Maura Iaccarino, Pietro Lemma, Gabriela Lupasco, Giorgia Martini, Roberto Minervino, Alessio Musso, Enrique Victorio Olivares, Alessandro Pastorelli, Samuele Scatozza, Simone Soriani guida Alessandro Argnani insegnante assistente Valeria Arfelli
BIGLIETTI
Intero 5 €
under 20, studenti universitari e docenti degli istituti coinvolti 3 €
E’ consigliato l’acquisto in prevendita.
I biglietti sono in vendita su questo sito CLICCA QUI
La biglietteria del Teatro Rasi sarà aperta da martedì 21 a giovedì 30 marzo dalle 16 alle 18 (dal lunedì al venerdì) e da un’ora prima degli spettacoli. Dal 30 marzo sarà aperta il giovedì dalle 16.00 alle 18.00 .
INFORMAZIONI Ravenna Teatro tel. 0544 36239 BIGLIETTERIA tel. 0544 30227 TEATRO RASI via di Roma 39 Ravenna
Mille anni o giù di lì, con Luigi Dadina, disegni di Davide Reviati @Nias Zavatta
Mille Anni o giù di lì, con Luigi Dadina, disegni di Davide Reviati @Nias Zavatta
Un percorso a più voci nella storia industriale della nostra città, l’omaggio di Ravenna Teatro a un passato recente caratterizzato da uno stabilimento, noto a tutti con l’acronimo di ANIC, che, come disse Papa Giovanni Paolo II durante la visita dell’86, “insieme allo sviluppo del Porto, ha determinato la trasformazione industriale della Romagna”. Ad inaugurare la serie di appuntamenti che si articoleranno tra cinema, incontri, teatro e fotografia sarà, lunedì 20 marzo, alle 18:00, la puntata di Storie di Ravenna dal titolo Deserto Rosso, il petrolchimico e la questione ambientale dove, partendo dal film di Michelangelo Antonioni – che ha immortalato la raffineria Sarom e il complesso petrolchimico dell’Anic anche grazie alle suggestioni di Tonino Guerra – si arriverà a parlare di ambiente grazie agli interventi di Cesare Albertano, Luigi Dadina, Alessandra Dragoni, Giovanni Gardini, Alessandro Luparini e Laura Orlandini.
Dal 31 marzo (con inaugurazione alle ore 18:00) al 6 aprile il Teatro di via di Roma 39 ospiterà le mostre di Raniero Bittantee diAdriano Zanni.
L’installazione di BittanteBenvenuti all’ANIC, progetto artistico che nasce da una semplice frase di cortesia che l’ingegnere Enrico Mattei fece stampare sulla controcopertina del libretto consegnato ad ogni nuovo assunto – precedentemente esposto alla Manica Lunga della Biblioteca Classense – ritorna nel Ridotto del Teatro Rasi con un nuovo allestimento. Oltre ai timbri che recano impressi i pensieri, i ricordi degli operai e dei dirigenti, i diagrammi di produzione dell’ANIC, i brevetti per marchio d’impresa, i nomi propri di chi ha testimoniato, i racconti di eventi particolari, ci saranno in aggiunta ulteriori elementi che rievocheranno le atmosfere che si respiravano nello stabilimento negli anni Sessanta. Il pubblico potrà estrarre dalle strutture i timbri, inchiostrarli e usarli per timbrare alcune delle migliaia di fogli presenti sui tavoli. Nell’opera artistica di Bittante, da un lato lo spazio condiziona la percezione e determina i sentimenti, dall’altro le sculture e le fotografie diventano una sorta di proiezione ed estensione della realtà psichica.
Gli spazi del Rasi ospiteranno anche l’esplorazione fotografica della Ravenna post-Deserto Rosso realizzata da Adriano Zanni, fotografo, artista sonoro e field recordist, che qui presenta These important Years, una ricerca sul paesaggio urbano, sulle vedute delle città e sui loro aspetti meno noti ed esplorati. Un viaggio emozionale durato anni – e qui riportato in una cinquantina di scatti – che ha come punto di partenza l’infanzia, seguita dalla turbolenta adolescenza vissuta al Villaggio ANIC fino alla graduale uscita dal quartiere verso l’età adulta e la città, la Ravenna post Deserto Rosso.
E attorno all’ANIC si dipana anche lo spettacolo prodotto da Ravenna Teatro-Teatro delle Albe dal titolo Mille anni o giù di lì, che andrà in scena martedì 4 e giovedì 6 aprile al Teatro Rasi alle 21:00. Protagonisti l’attore Luigi Dadina, il fumettista Davide Reviati e il musicista Francesco Giampaoli, legati per storia familiare al petrolchimico ravennate. Lo spettacolo verrà raccontato lunedì 3 aprile, alle 18:00, al Mercato Coperto di Ravenna, in piazza Andrea Costa 6, nell’ambito del progetto Il teatro fa centro. L’incontro vedrà la giornalista Federica Angelini in dialogo con Dadina e Reviati.
Con Mille annigiungerà a compimentoil progetto che ha visto Ravenna Teatro collaborare con Coconino Press nel corso degli ultimi mesi e che vedrà, mercoledì 5 aprile, il senior editor Oscar Glioti in dialogo con Dadina e Reviati in occasione della matinèe riservata a studenti e studentesse del liceo artistico di Ravenna. Reviati sarà inoltre protagonista del laboratorio di serigrafia aperto alla cittadinanza che, il 3 e 4 aprile, Else Edizioni terrà all’Accademia di Belle Arti di Ravenna.
Giovedì 6 aprile verrà infine proposto, alle 18:00, l’incontro organizzato da Studio Doiz con Maria Martinelli e Marina Mazzotti dal titolo Antonioni. Deserto rosso e l’iconografia femminile. Un omaggio al maestro ferrarese che ha portato la Darsena di Ravenna sugli schermi di tutto il mondo, ma anche un modo per ricordare una delle massime interpreti del cinema italiano, Monica Vitti.
Orari di visita delle mostre: da lunedì a venerdì 10:00 – 13:00 / 15:00 – 18:00 e durante l’apertura per gli eventi del Teatro.
“In tutti questi anni – spiegano le due compagnie – abbiamo interrogato un’identità comune per trovare risposte alle nostre inquietudini. Abbiamo abbandonato le strade maestre del teatro per inoltrarci in sentieri lontani dai sipari e dai velluti. Grazie a questi sentieri abbiamo ritrovato le nostre radici, le umili origini di figli di quel mondo contadino e operaio, incarnato nei simboli della falce e del martello. Un mondo oggi apparentemente scomparso. La società contemporanea, che viaggia a velocità supersonica, ne conserva incrostate le tracce nelle periferie e nelle province. Lì abita il nostro popolo e stanno i nostri spettatori ideali, lì vivono i ragazzi e i cittadini che frequentano i nostri laboratori, che fanno teatro con noi, da Lido Adriano a Valsamoggia, da Diol Kadd a Calais. Siamo cresciuti mentre si sbriciolava tutto. Pasolini lo racconta con dolore e lucidità. Siamo venuti al mondo generati dalle viscere di una civiltà morta (o morente). Di quella civiltà continuiamo a portare i segni, negli occhi, nella voce, nel corpo, nelle mani e soprattutto nella testa, dentro. Quando facciamo teatro siamo artigiani, contadini, operai. Portiamo in scena noi stessi, con le nostre storie, le nostre esperienze di vita e con noi portiamo anche la voce di artisti che amiamo”.
Lo spettacolo, a cui ha collaborato Laura Gambi, è stato pensato da Paola Berselli, Luigi Dadina e Stefano Pasquini, in scena insieme a Maurizio Ferraresi.
“La scena è uno spazio intimo e condiviso con gli spettatori. È un grande tavolo attorno al quale ci muoviamo per preparare il cibo che poi mangeremo insieme, i tortelli, il pane, un po’ di verdura. Attorno a quel tavolo si compie il rito laico e quotidiano del nutrimento.
E i gesti, gli sguardi, i suoni e i silenzi si intrecciano alle parole, le nostre parole di vita, quelle che raccontano i fatti esclusi dai libri di storia”.
Per la prima volta lo spettacolo si svolge in collaborazione conColdiretti Ravennae con gli agricoltori aderenti a Campagna Amica, la più grande rete di vendita diretta del mondo, attiva da oltre 20 anni con l’obiettivo di difendere la biodiversità e promuovere la spesa etica: buona, sana, locale. Il cibo fornito dagli agricoltori, protagonista in scena insieme agli attori, sarà poi servito in sala.
“Il cibo è identità, è cultura e gli agricoltori sono i primi custodi dei valori che il cibo stesso incarna – spiega Nicola Dalmonte, presidente di Coldiretti Ravenna –: quei valori, dalla sostenibilità alla creatività, dalla socialità alla cura del territorio e dell’ambiente, sui quali si reggono le nostre comunità e che oggi sono minacciati da chi vuole introdurre il cibo fatto in provetta e cancellare per meri interessi economici l’identità di un’intera nazione e del nostro territorio. Per combattere la pericolosa deriva del cibo sintetico, che mira a modificare stili alimentari naturali millenari fondati su qualità e tradizione, annientando di fatto la vera agricoltura – aggiunge Dalmonte – insieme a Fondazione Campagna Amica e Filiera Italia abbiamo avviato una petizione già firmata da più di un milione di cittadini e consumatori italiani per promuovere una legge che vieti la produzione, l’uso e la commercializzazione del cibo sintetico, dalla carne prodotta in laboratorio al latte ‘senza mucche’, fino al pesce senza mari, laghi e fiumi. Attraverso questo nuova collaborazione con Ravenna Teatro vogliamo contribuire a diffondere l’arte e la cultura del cibo vero, agricolo, artigiano, fatto a mano e con le mani, la fatica e la passione dei nostri agricoltori“.
La nuova collaborazione tra Coldiretti e Ravenna Teatro non si esaurisce, infatti, nella promozione e messa in scena dello spettacolo Pane e Petrolio al Socjale. Gli abbonati a La Stagione dei Teatri(presentando l’abbonamento presso i banchi degli agricoltori), avranno diritto ad uno sconto sulla spesa al Mercato contadino coperto di Campagna Amica, in via Canalazzo 59 a Ravenna. Contestualmente, gli associati Coldiretti potranno acquistare a prezzi speciali i biglietti de La Stagione dei Teatri.
INFORMAZIONI E BIGLIETTI
Durante lo spettacolo si preparerà il cibo per il pubblico.
I posti limitati, prenotazione obbligatoria.
Si segnala che la replica del 16 marzo è già esaurita.
Biglietti intero 18 euro, ridotto 15.
Per informazioni e prenotazioni: 0544 36239 / 3337605760.
I biglietti sono in vendita nella pagina di spettacolo e presso la biglietteria del teatro Rasi il giovedì dalle 16:00 alle 18:00 e al Teatro Socjale da un’ora prima dello spettacolo.
Il Teatro Socjale si trova in via Piangipane 153 a Piangipane (Ravenna).
La rassegna è organizzata con il supporto del Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna, Comune di Ravenna, Coop Alleanza 3.0, Fondazione del Monte di Bologna e di Ravenna, Ottima, Assicoop Unipol Sai, Reclam, Apt Emilia-Romagna, Bcc ravennate, forlivese e imolese e in collaborazione con Sciroppo di Teatro – Ater Fondazione, Assitej Italia, Small Size Network, Coldiretti e Campagna Amica.
Media Partner: Il Resto del Carlino, Corriere Romagna, Ravenna Notizie, Setteserequi, Ravenna Web Tv, Pubblisole, Ravenna24ore, Ravenna e Dintorni.
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